Milan coerente ma senza guizzi e fantasia: il bilancio sul mercato è negativo
Daniele Longo
Il mercato di gennaio, quello che tutti definiscono di riparazione, serve a migliorare e non certo a costruire. Lo sa bene il Milan che negli ultimi due anni, in questo segmento preciso della stagione, aveva accolto giocatori in grado di fare la differenza: la leadership di Ibrahimovic, la solidità di Kjaer, la sfrontatezza di Saelemaekers e un progetto di campione come Tomori. Nell’ultimo che si è concluso da poche ore il club rossonero, decisamente a sorpresa, ha deciso di non farsi prendere alla fretta di dover intervenire su delle seconde scelte. Perché i vari Thiaw, Tanganga, Diallo e Bailly non erano considerati dei profili, per motivi diversi, meritevoli di un investimento considerevole. Una linea coerente con i principi della proprietà che vuole mantenere i conti in ordine dopo i sacrifici fatti negli anni passati, limitando al massimo il margine di rischio. Ma che hanno generato un sentimento di profonda delusione in una grande fetta della tifoseria del Diavolo. Perché le avversarie si sono rinforzate notevolmente mentre al Milan sono mancati i guizzi in grado di dare maggiore qualità a una squadra che sta portando avanti un percorso importante e sogna lo scudetto. BILANCIO NEGATIVO - Il solo Marko Lazetic, giovane attaccante di cui si dice un gran bene, non può di certo bastare per ridurre il gap qualitativo e di profondità della rosa rispetto a un’Inter che ha aggiunto Gosens e Caicedo a un organico già molto competitivo. Nessuno si aspettava colpi non in linea con la filosofia del club ma almeno dei correttivi rispetto alle criticità della rosa. A questa squadra manca una vera alternativa a Brahim Díaz, un esterno destro in grado di portare in dote un buon numero di gol e assist. Senza dimenticare che Kjaer non è stato sostituito sperando nell’arrivo di Botman la prossima estate. Per arrivare al forte centrale olandese, sia dal punto di vista economico che delle prospettive, sarà necessario qualificarsi alla prossima Champions League. Un obiettivo alla portata, certo, ma non scontato considerando i fuochi d’artificio della Juve sul mercato e i ritocchi dell’Atalanta. Una determinazione che è mancata totalmente al Milan.