Milan:| Ci pensa Seedorf
Aveva ragione Allegri. Bastava battere il Cesena, centrando la prima vittoria in campionato, per riavere gli stessi 5 punti dell’anno scorso, dopo 4 partite, magari ad altri 5 dalla vetta come allora se oggi Juventus e/o Udinese e Genoa non rallenteranno. Le analogie con il sofferto decollo verso l’ultimo scudetto, però, finiscono qui. In primo luogo perché quell’abbozzo di Milan aveva segnato 6 gol incassandone 4,
mentre questo ha faticato a realizzare reti, subendone una in più. Ma soprattutto il secondo Milan diAllegri è ancora penalizzato da troppe assenze e frenato da una manovra senzasbocchi, in cui manca una prima
punta di ruolo. Così si spiegano le difficoltà seguite allasplendida rete di capitan Seedorf, che illude tutti perché arriva dopo appena 5’. E non a caso, anche se il Cesena mostra tutti i suoi limiti testimoniati dall’ultimissimo posto in classifica co uno zero preoccupante, il migliore in campo è Thiago Silva, l’unico all’altezza del Milan vero, quello campione d’Italia che potremo giudicare soltanto quando sarà al completo, o quasi. Milan spuntato Sbloccato lo 0-0, dovrebbe essere tutto facile e invece i rossoneri faticano a rendersi nuovamente pericolosi, confermando i loro limiti attuali. Le assenze sono un alibi forte, perché gli infortuni di
Ibrahimovic, Pato e Robinho davanti, Gattuso e Ambrosini in mezzo, costringono Allegri a schierare una squadra a dir poco alternativa. I presenti, però, fanno troppo poco per non far rimpiangere i titolari, a cominciare da Cassano che gioca quasi esclusivamente sulle fasce laterali invece che al centro.
E così El Shaarawy, che come lui non è una prima punta, si trova ancora più solo, senza rifornimenti neppure dai terzini visto che Abate crossa soltanto una volta,mentre Taiwo all’esordio si fa notare unicamente per un’ammonizione cui ne dovrebbe seguire un’altra a fine primo tempo, risparmiatagli dall’arbitro. In una
squadra spuntata e improvvisata, in cui Emanuelson si adatta a fare il trequartista, soltanto Seedorf dà l’idea di poter fare la differenza. Ma neppure la sua classe che si vede soltanto a intermittenza puòevitare gli eccessivi rischi corsi in difesa. Cesenaleggero Giampaolo prova a compattare la squadra, trasformando il revisto 4-3-3 in un 4-4-1-1 in cui Martinez e Martinho affiancano spesso Guana e Parolo, con Candreva
spalla arretrata di Mutu. Tant qualità davanti non basta, però, per cancellare le incertezze di una difesa poco protetta da Martinez e Martinho. In una squadra troppo leggera, Martinho riesce a spaventare San Siro con un colpo di tacco fuori di poco, prima di un altro brivido per Abbiati davanti al quale si sente l’assenza di Nesta, rilevato da Yepes per la Champions. Evidentementesono proprio questi spifferi a suggerire a Giampaolo di rinforzare il suo mini attacco. Fuori Martinez e Candreva, ecco dopo l’intervallo Eder e Ghezzal, i primi ad affiancare il solitario ma inconcludente Mutu. Allegri, invece, aspetta 7’ prima di sostituire l’impacciato Taiwo con Zambrotta. Poi, inserisce Aquilani al posto di El Shaarawy, cercando di llargareil gioco con Cassano unica punta. Come non detto. Spinto dall’ovazione del pubblico, si rivede Inzaghi.Neppure lui, però, riesce a trovare il gol della cosiddetta tranquillità. E così i pochi fedelissimi di
San Siro devono aspettare l’ultimo dei 3’ di recupero, prima di tirare un sospirone di sollievo. Come se il Milan avesse battuto il Barcellona e non il Cesena. Per stavolta basta così, anche per i 2 punti rosicchiati al Napoli. Ma ripensando a un anno fa, ricordiamo che dopo le prime sofferte quattro partite il Milan infilò
una serie di 4 vittorie consecutive (Genoa, Parma, Chievo e Napoli), per cui il difficile viene ora. A cominciare da domenica prossima, quando i campioni d’Italia andranno a far visita alla nuova Juventus.