Milan, Chukwueze è un enigma irrisolto: le cause e la scelta di Pioli per Rennes
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Un mistero chiamato Samuel Chukwueze. L’acquisto più oneroso della campagna di rafforzamento estiva del Milan versione 2023/2024 rimane un grande punto di domanda quando la stagione è già oltre il giro di boa ed entra nella sua fase culminante. L’attaccante nigeriano, prelevato dopo un lungo tira e molla col Villarreal per 20 milioni di euro più 8 di bonus, sta incontrando difficoltà di adattamento più grandi del previsto nella sua prima annata italiana, principalmente a livello tattico e di comprensione delle dinamiche di squadra nello sviluppo del gioco. Problematiche accentuate da quelle che il Milan nel suo insieme sta evidenziando nel proporre una fase offensiva che non passi esclusivamente dalle giocate dei singoli e dal prevalere nel maggior numero possibile di uno contro uno. Il Chukwueze migliore, quello ammirato con la maglia del Sottomarino Giallo, è un giocatore che sa farsi valere nei duelli individuali ma che ama soprattutto dialogare coi compagni di reparto. Aspetti che stanno facendo fatica ad emergere in rossonero.
LE ORIGINI DEI PROBLEMI - Un problema legato quindi ad un fisiologico periodo di ambientamento toccato in passato a tanti altri giovani calciatori costretti a rendere da subito con una maglia così pesante addosso o c’è dell’altro? Proprio quest’ultimo aspetto può spiegare in parte che dietro i patimenti di Chukwueze esiste pure una componente psicologica, una mancanza di fiducia nella giocata che in tanti frangenti gli ha fatto prendere la decisione meno corretta o a non perseguire con la giusta convinzione quella giusta. Fiducia e confidenza fanno spesso rima con continuità di impiego, che in questa prima metà abbondante al Milan il classe 2002 non ha ancora avuto. Appena 7 presenze da titolare in campionato, 4 delle quali arrivate a cavallo tra fine novembre ed i primi di dicembre, per effetto dell’infortunio accusato da uno dei veri intoccabili dell’undici di Pioli, ossia Christian Pulisic. Nemmeno un gol all’attivo e pochi i momenti da ricordare anche perché, come è avvenuto domenica scorsa a Monza o prima ancora nelle sfide contro Genoa ed Atalanta, in diverse circostanze il tecnico rossonero ha preferito toglierlo dal campo dopo l’intervallo o poco più nei momenti di maggiore difficoltà.
TATTICA - Per un ragazzo proveniente da un’altra squadra e da un campionato tatticamente diverso e molto meno rigido tatticamente rispetto alla Serie A, calato in un contesto di gioco profondamente stravolto rispetto a quello del Villarreal, sarebbe servito un periodo di apprendistato maggiore che una preparazione estiva condizionata da un trasferimento maturato a fine luglio, un infortunio muscolare ad inizio ottobre che lo ha tenuto ai box per circa 30 giorni e la recente partecipazione alla Coppa d’Africa (un altro mese lontano da Milano) hanno inevitabilmente rallentato. Criticità che il palcoscenico della Champions League e la maggiore propensione degli avversari a giocarsi le partite in modo più aperto ed offensivo hanno in parte nascosto: dopo i 61’ all’esordio contro il Newcastle, del Chukwueze in versione europea rimangono negli occhi i due gol che avrebbero potuto scrivere una storia diversa per il Milan nel torneo. Quello del momentaneo 1-1 contro il Borussia Dortmund a San Siro e quello della vittoria a Newcastle, che è valso quanto meno la retrocessione in Europa League evitando una prematura eliminazione da tutte le coppe.
L'OCCASIONE - La serata di giovedì e di Roazhon Park, casa del Rennes, può invece segnare il suo esordio stagionale in Europa League, competizione vinta nel 2021 col Villarreal. Stefano Pioli, che non ha ancora sciolto le riserve sulla presenza in campo di un Pulisic preservato nel primo tempo di Monza in quanto affaticato e che nella rifinitura di mercoledì ha svolto lavoro differenziato per la prima parte della seduta, si è intrattenuto infatti con Chukwueze in una fase dell’allenamento. Un dettaglio che farebbe ipotizzare un utilizzo del giocatore nigeriano dal primo minuto contro la formazione francese, partendo da una situazione di oggettivo vantaggio dopo il 3-0 dell’andata che psicologicamente può favorire un calciatore in cerca di fiducia. Le ultime ore per risolvere un dubbio, una partita come ennesima occasione per provare a risolvere l’enigma Chukwueze, che per ora rimane tale. Un contratto firmato fino a giugno 2028 ed un ingaggio da 4 milioni di euro netti a stagione attirano inevitabili domande e riflessioni sulla bontà di un'operazione inseguita come se fosse quella in grado di far fare al Milan il definitivo salto di qualità e che ad oggi desta soltanto perplessità.
LE ORIGINI DEI PROBLEMI - Un problema legato quindi ad un fisiologico periodo di ambientamento toccato in passato a tanti altri giovani calciatori costretti a rendere da subito con una maglia così pesante addosso o c’è dell’altro? Proprio quest’ultimo aspetto può spiegare in parte che dietro i patimenti di Chukwueze esiste pure una componente psicologica, una mancanza di fiducia nella giocata che in tanti frangenti gli ha fatto prendere la decisione meno corretta o a non perseguire con la giusta convinzione quella giusta. Fiducia e confidenza fanno spesso rima con continuità di impiego, che in questa prima metà abbondante al Milan il classe 2002 non ha ancora avuto. Appena 7 presenze da titolare in campionato, 4 delle quali arrivate a cavallo tra fine novembre ed i primi di dicembre, per effetto dell’infortunio accusato da uno dei veri intoccabili dell’undici di Pioli, ossia Christian Pulisic. Nemmeno un gol all’attivo e pochi i momenti da ricordare anche perché, come è avvenuto domenica scorsa a Monza o prima ancora nelle sfide contro Genoa ed Atalanta, in diverse circostanze il tecnico rossonero ha preferito toglierlo dal campo dopo l’intervallo o poco più nei momenti di maggiore difficoltà.
TATTICA - Per un ragazzo proveniente da un’altra squadra e da un campionato tatticamente diverso e molto meno rigido tatticamente rispetto alla Serie A, calato in un contesto di gioco profondamente stravolto rispetto a quello del Villarreal, sarebbe servito un periodo di apprendistato maggiore che una preparazione estiva condizionata da un trasferimento maturato a fine luglio, un infortunio muscolare ad inizio ottobre che lo ha tenuto ai box per circa 30 giorni e la recente partecipazione alla Coppa d’Africa (un altro mese lontano da Milano) hanno inevitabilmente rallentato. Criticità che il palcoscenico della Champions League e la maggiore propensione degli avversari a giocarsi le partite in modo più aperto ed offensivo hanno in parte nascosto: dopo i 61’ all’esordio contro il Newcastle, del Chukwueze in versione europea rimangono negli occhi i due gol che avrebbero potuto scrivere una storia diversa per il Milan nel torneo. Quello del momentaneo 1-1 contro il Borussia Dortmund a San Siro e quello della vittoria a Newcastle, che è valso quanto meno la retrocessione in Europa League evitando una prematura eliminazione da tutte le coppe.
L'OCCASIONE - La serata di giovedì e di Roazhon Park, casa del Rennes, può invece segnare il suo esordio stagionale in Europa League, competizione vinta nel 2021 col Villarreal. Stefano Pioli, che non ha ancora sciolto le riserve sulla presenza in campo di un Pulisic preservato nel primo tempo di Monza in quanto affaticato e che nella rifinitura di mercoledì ha svolto lavoro differenziato per la prima parte della seduta, si è intrattenuto infatti con Chukwueze in una fase dell’allenamento. Un dettaglio che farebbe ipotizzare un utilizzo del giocatore nigeriano dal primo minuto contro la formazione francese, partendo da una situazione di oggettivo vantaggio dopo il 3-0 dell’andata che psicologicamente può favorire un calciatore in cerca di fiducia. Le ultime ore per risolvere un dubbio, una partita come ennesima occasione per provare a risolvere l’enigma Chukwueze, che per ora rimane tale. Un contratto firmato fino a giugno 2028 ed un ingaggio da 4 milioni di euro netti a stagione attirano inevitabili domande e riflessioni sulla bontà di un'operazione inseguita come se fosse quella in grado di far fare al Milan il definitivo salto di qualità e che ad oggi desta soltanto perplessità.