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Milan: Cerci è già un mistero
Nuova svolta tattica, si cambia ancora al Milan. Nel tentativo di risollevare le sorti di una stagione che ha preso la pericolosa china di quella passata, Filippo Inzaghi medita un nuovo cambio di modulo dopo essere più volte passato dal 4-3-3 al 4-2-3-1 per restituire compattezza e sicurezze ad una squadra che ha perso certezze a suon di risultati negativi. L'allenatore rossonero è intenzionato a schierare i suoi con un 4-4-2 classico a partire dal prossimo match di campionato contro il Parma, un sistema di gioco che si rende necessario con l'arrivo di Mattia Destro al fianco di Jeremy Menez, un vero e proprio diktat arrivato dalla proprietà.
LO CHIEDE BERLUSCONI - Basta falsi nueve e una manovra che si esprima esclusivamente attraverso il presidio della propria metà campo per poi ribaltare l'azione con rapidi contropiede affidati ai soliti del reparto offensivo; Berlusconi ha confermato la fiducia in Inzaghi nonostante la recente serie di risultati negativi e l'eliminazione dalla Coppa Italia per mano della Lazio, ma ora si aspetta un drastico cambio di marcia, anche e soprattutto a livello di mentalità e di qualità del gioco. Si torna dunque alle origini, a quel 4-4-2 in linea che rese grandi i Milan di Sacchi e Capello e che, nella mente del numero 1 rossonero, può consentire al gruppo attuale di tornare a giocarsela alla pari con le concorrenti per il terzo posto.
A RISCHIARE E' CERCI - A cambiare volto sarà soprattutto il reparto di centrocampo, con Montolivo e de Jong confermati in mezzo e ben 5 giocatori per due maglie sulle corsie esterne (escludiamo volutamente dall'elenco lo sfortunato El Shaarawy, ai box per diversi mesi): Poli, Honda, Bonaventura, Suso e Cerci. Considerando le qualità di ciascuno di questi giocatori e le difficoltà palesate dal Milan da inizio anno nella fase difensiva, Inzaghi punterà su giocatori bravi ad attaccare e a fornire cross dal fondo ma anche disposti a sacrificarsi in copertura. Per questo, uno come Alessio Cerci, inseguito a lungo in estate e poi preso a fine dicembre nell'ambito dell'operazione che ha riportato Torres all'Atletico Madrid, rischia già di finire ai margini e di sollevare i primi reali dubbi sul suo acquisto. L'ex Torino si candida ad un ruolo di prima alternativa come seconda punta al posto di Menez o come arma da utilizzare a gara in corso come esterno contro avversari particolarmente schierati. Non proprio da protagonista assoluto, come si aspettava il giorno del suo sbarco a Milano dopo l'infelice parentesi madrilena...
LO CHIEDE BERLUSCONI - Basta falsi nueve e una manovra che si esprima esclusivamente attraverso il presidio della propria metà campo per poi ribaltare l'azione con rapidi contropiede affidati ai soliti del reparto offensivo; Berlusconi ha confermato la fiducia in Inzaghi nonostante la recente serie di risultati negativi e l'eliminazione dalla Coppa Italia per mano della Lazio, ma ora si aspetta un drastico cambio di marcia, anche e soprattutto a livello di mentalità e di qualità del gioco. Si torna dunque alle origini, a quel 4-4-2 in linea che rese grandi i Milan di Sacchi e Capello e che, nella mente del numero 1 rossonero, può consentire al gruppo attuale di tornare a giocarsela alla pari con le concorrenti per il terzo posto.
A RISCHIARE E' CERCI - A cambiare volto sarà soprattutto il reparto di centrocampo, con Montolivo e de Jong confermati in mezzo e ben 5 giocatori per due maglie sulle corsie esterne (escludiamo volutamente dall'elenco lo sfortunato El Shaarawy, ai box per diversi mesi): Poli, Honda, Bonaventura, Suso e Cerci. Considerando le qualità di ciascuno di questi giocatori e le difficoltà palesate dal Milan da inizio anno nella fase difensiva, Inzaghi punterà su giocatori bravi ad attaccare e a fornire cross dal fondo ma anche disposti a sacrificarsi in copertura. Per questo, uno come Alessio Cerci, inseguito a lungo in estate e poi preso a fine dicembre nell'ambito dell'operazione che ha riportato Torres all'Atletico Madrid, rischia già di finire ai margini e di sollevare i primi reali dubbi sul suo acquisto. L'ex Torino si candida ad un ruolo di prima alternativa come seconda punta al posto di Menez o come arma da utilizzare a gara in corso come esterno contro avversari particolarmente schierati. Non proprio da protagonista assoluto, come si aspettava il giorno del suo sbarco a Milano dopo l'infelice parentesi madrilena...