Milan, solo Cardinale è sopra Ibrahimovic: dall'allenatore a Furlani, cosa cambia con il nuovo ruolo
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BRACCIO DESTRO - Intorno al tema delle deleghe si è creato un grande dibattito. Cardinale su Ibrahimović, sempre al Financial Times, é stato piuttosto perentorio: Zlatan mi permette di essere basato negli Stati Uniti e di essere comunque presente sul territorio, in termini di presenza e di delega a Milano. Lo abbiamo assunto appositamente per RedBird. È un partner operativo di RedBird per quello che può fare al di fuori del calcio europeo. Ma soprattutto è il mio delegato a Milano giorno per giorno“. Pur non avendo potere di firma, il ruolo di Ibrahimović al Milan è strategicamente superiore a quello di un dirigente. La sua opinione sarà la sintesi di ogni analisi interna, di ogni progetto di sviluppo, di ogni scelta mirata per il futuro. Zlatan non ha bisogno di andare davanti alle telecamere per metterci la faccia nei momenti più difficili, il suo ruolo prevede altro. Osserva, studia, porta relazioni precise a New York: l’obiettivo è quello di portare il Milan ad avere una struttura dove ogni componente funzioni al meglio. Cardinale è rimasto stregato dalla conoscenza dello svedese, dal suo sentirsi realizzato solo nella vittoria. Questo vuole dire che ogni caduta o errore deve essere solo un passaggio per arrivare al successo. Tradotto in parole povere: nella prossima stagione il Diavolo dovrà avere come obiettivo unico la vittoria del campionato, correggendo gli errori commessi nel corso di questa stagione.
DALL’ALLENATORE A MONCADA - A Milanello piuttosto che a San Siro o in trasferta li trovi sempre uno di fianco all’altro. Moncada e Ibrahimovic stanno completando la conoscenza. L’idea di Cardinale è quella di formare una coppia che, con il prezioso ausilio del ds D’Ottavio, possa fare la differenza attaccando il mercato secondo la filosofia Red Bird. Zlatan non sceglierà i giocatori in prima persona ma avrà un potere decisionale piuttosto alto nel processo che porta alla decisione di andare su un determinato obiettivo piuttosto che su un altro. E, chiaramente, anche sulla scelta del nuovo allenatore. Probabilmente proprio su questo aspetto è chiamato a fare la differenza. Dovrà decidere razionalmente se andare avanti con Pioli ( basse probabilità) o determinare una svolta precisa. Con Furlani che resterà saldo nel ruolo di CEO ( almeno fino a quando resterà Elliott nel Milan) ma con deleghe più orientate allo sviluppo commerciale nel mondo piuttosto che sul lato sportivo.