Caldara: 'La Juve è stata la prima a credere in me, ma al Milan era impossibile dire no. Gattuso mi ha detto...'
SULLE EMOZIONI: 'Sono stati giorni movimentati per me, quando sono arrivato a Milano ho visto grande entusiasmo. Non vedo l'ora di iniziare'.
SULLA SCELTA MILAN: 'L'eredità è molto pesante, sarà molto difficile ma proveremo a fare il nostro meglio. Quando sono arrivato qui, ho pensato alla storia del club e dei grandi difensori che sono passati qui: Maldini, Nesta e Thiago Silva. Non vedo l'ora di iniziare, ringrazio la società e Leonardo'.
SULLA JUVENTUS: 'E' stata la prima a credere in me, un anno e mezzo fa e li ringrazio. Per me adesso si apre un ciclo nuovo, mi dà tanta responsabilità'.
SULL'ATALANTA: 'In questi due anni con Gasperini sono cresciuto molto anche mentalmente. Ho avuto la possibilità anche di giocare l'Europa League, è una cosa completamente diversa rispetto al calcio italiano. Giocare ogni tre giorni è diverso rispetto a giocare ogni sette giorni. Devo ringraziare l'Atalanta che mi ha fatto crescere davvero tanto'.
SUI CONSIGLI DI CONTI E KESSIE: 'Non vedevano l'ora che venissi qua, ho fatto una grande amicizia. Qui c'è un'aria positiva, mi hanno detto, di grande cambiamento'.
SUL CONFRONTO CON GATTUSO: 'Mi ha detto che c'è da lavorare molto, c'è voglia di fare, voglio mettermi in gioco, dimostrare che posso dare tanto al Milan'.
SULLE DIFFERENZE CON BONUCCI: 'In questi due anni Gasperini mi ha fatto marcare ad uomo, sono migliorato molto. Impostare da dietro è importante per un difensore moderno. Devo migliorare, mi riesce meglio marcare ad uomo, mi metterò a disposizione per iniziare l'azione da dietro'.
SULL'ENTUSIASMO DEI TIFOSI: 'Tutti i bambini sognano di giocare a San Siro, io ho la fortuna di poterlo fare. Voglio dimostrare quello che valgo. Già ieri ho assaggiato la passione dei tifosi'.
SUL TIFO DA BAMBINO: 'Sono di Bergamo quindi atalantino, è una religione per noi'.
SULLA COPPIA CON ROMAGNOLI FUTURO DELL'ITALIA: 'Con Alessio ho giocato in Under 21, è fortissimo. Dobbiamo dimostrarlo sempre in campo, si può parlare sempre come si vuole ma bisogna dimostrare, dipende tutto da noi'.
SUL PASSAGGIO DALLA JUVE AL MILAN: 'La Juve è stata la prima squadra a credere in me, ma al Milan era difficile dire di no, la storia del Milan mi ha portato a riflettere e a capire che era la soluzione migliore, sono contento che la trattativa sia andata a buon fine'.
SULLE PASSIONI PERSONALI: 'Sono un ragazzo normale, solo che nel tempo libere al posto di giocare alla Playstation preferisco leggere e stare un po' da solo'.
SULLA DIFFERENZE TRA DIFESA A TRE O A QUATTRO: 'Non c'è una cosa che mi spaventa, fin da piccolo ero abituato a giocare a quattro. E' una questione più tattica che mentale".