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Milan, c'è sempre il Napoli nel destino di Ibra: la clamorosa retromarcia del 2019 e nell'ultimo incrocio...
Non poteva che essere Napoli il teatro del ritorno di Zlatan Ibrahimovic, a 42 giorni di distanza dalla sua ultima apparizione con la maglia del Milan. Il problema al tendine d'Achille accusato nella partita contro la Juventus dello scorso 23 gennaio si è rivelato più fastidioso del previsto, ma lo svedese ha lavorato sodo e ha alzato l'intensità degli allenamenti nelle ultime settimane per non mancare nell'appuntamento che può imprimere una svolta nella stagione rossonera. E il destino ha giocato il suo ruolo in questa storia, visto che il "Maradona" ha rischiato di essere la casa del campione di Malmoe: una sfida "a maglie invertite" che ad un certo punto della storia appariva scontata, ma che ha visto l'improvviso cambio di copione di uno che di cinema se ne intende eccome.
POTEVA ESSERE AZZURRO - E' stato lo stesso Ibra a raccontare infatti che nell'autunno 2019 la trattativa per approdare in azzurro, una volta conclusa l'esperienza tra le fila dei Los Angeles Galaxy, era stata definitiva in ogni particolare. La presenza di Carlo Ancelotti in panchina come sinonimo di garanzia, dopo i rispettivi trascorsi al Paris Saint-Germain, l'accordo strappato da Mino Raiola ad Aurelio De Laurentiis come ulteriore prova di un matrimonio che s'aveva da fare; la decisione del presidente del Napoli di esonerare il tecnico emiliano nel mese di dicembre cambiò però completamente le carte in tavola, facendo saltare tutto e spianando la strada al Milan, che avrebbe riabbracciato l'attaccante svedese poche settimane più tardi. In quel momento iniziò un capitolo diverso della squadra guidata da Pioli, una vera e propria rivoluzione tecnica che in appena due anni si è materializzata in una rincorsa per un obiettivo, lo scudetto, che appariva impensabile fino a poco tempo fa. Un traguardo che consentirebbe ad Ibrahimovic di chiudere idealmente un cerchio e avvicinare forse la decisione di appendere gli scarpini al chiodo. O no?
TRA PASSATO E FUTURO - Paolo Maldini e Stefano Pioli hanno disseminato indizi lungo la strada nelle ultime settimane, lasciando intendere come la decisione finale spetti principalmente al giocatore, che viaggia verso i 41 anni ma che sembra percorso tuttora da un'elettricità e da un'ambizione fuori dal comune. Insieme ad un altro titolo nella sua già ricca collezione, vorrebbe aggiungere un'ulteriore partecipazione al Mondiale con la sua Svezia, un obiettivo alla portata qualora trovasse il modo di firmare un nuovo contratto dal prossimo 1° luglio, col Milan o con un altro club. La società rossonera è convinta che Ibra possa fornire ancora un importante contributo in termini tecnici e carismatici e nelle prossime settimane, quando le ambizioni di fine stagione saranno più chiare, si presenterà con una prima proposta per allungare di un anno l'attuale contratto. Una base fissa inferiore rispetto a quella attuale, con un ingaggio intorno ai 2,5-3 milioni di euro e una serie di bonus da concordare in base agli obiettivi individuali e di squadra. Molti di questi, quelli attuali almeno, passano dalla partita di Napoli, dove Zlatan lasciò eccome il segno in occasione della sua ultima apparizione: era il 22 novembre 2020 e il campione svedese realizzò una doppietta. Decisivo, come nella precedente circostanza in cui i rossoneri portarono via il bottino pieno dall'allora "San Paolo", nell'ottobre 2010. Se non è destino...
POTEVA ESSERE AZZURRO - E' stato lo stesso Ibra a raccontare infatti che nell'autunno 2019 la trattativa per approdare in azzurro, una volta conclusa l'esperienza tra le fila dei Los Angeles Galaxy, era stata definitiva in ogni particolare. La presenza di Carlo Ancelotti in panchina come sinonimo di garanzia, dopo i rispettivi trascorsi al Paris Saint-Germain, l'accordo strappato da Mino Raiola ad Aurelio De Laurentiis come ulteriore prova di un matrimonio che s'aveva da fare; la decisione del presidente del Napoli di esonerare il tecnico emiliano nel mese di dicembre cambiò però completamente le carte in tavola, facendo saltare tutto e spianando la strada al Milan, che avrebbe riabbracciato l'attaccante svedese poche settimane più tardi. In quel momento iniziò un capitolo diverso della squadra guidata da Pioli, una vera e propria rivoluzione tecnica che in appena due anni si è materializzata in una rincorsa per un obiettivo, lo scudetto, che appariva impensabile fino a poco tempo fa. Un traguardo che consentirebbe ad Ibrahimovic di chiudere idealmente un cerchio e avvicinare forse la decisione di appendere gli scarpini al chiodo. O no?
TRA PASSATO E FUTURO - Paolo Maldini e Stefano Pioli hanno disseminato indizi lungo la strada nelle ultime settimane, lasciando intendere come la decisione finale spetti principalmente al giocatore, che viaggia verso i 41 anni ma che sembra percorso tuttora da un'elettricità e da un'ambizione fuori dal comune. Insieme ad un altro titolo nella sua già ricca collezione, vorrebbe aggiungere un'ulteriore partecipazione al Mondiale con la sua Svezia, un obiettivo alla portata qualora trovasse il modo di firmare un nuovo contratto dal prossimo 1° luglio, col Milan o con un altro club. La società rossonera è convinta che Ibra possa fornire ancora un importante contributo in termini tecnici e carismatici e nelle prossime settimane, quando le ambizioni di fine stagione saranno più chiare, si presenterà con una prima proposta per allungare di un anno l'attuale contratto. Una base fissa inferiore rispetto a quella attuale, con un ingaggio intorno ai 2,5-3 milioni di euro e una serie di bonus da concordare in base agli obiettivi individuali e di squadra. Molti di questi, quelli attuali almeno, passano dalla partita di Napoli, dove Zlatan lasciò eccome il segno in occasione della sua ultima apparizione: era il 22 novembre 2020 e il campione svedese realizzò una doppietta. Decisivo, come nella precedente circostanza in cui i rossoneri portarono via il bottino pieno dall'allora "San Paolo", nell'ottobre 2010. Se non è destino...