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I motivi del no di Montella a Berlusconi
PERCHE' NO CON IL TREQUARTISTA - Quando Berlusconi prende la parola non è mai banale. Nella sua trentennale storia al Milan ha sempre avuto un confronto diretto con i propri allenatori per quanto riguarda lo schema tattico da attuare. Montella difficilmente potrà accontentare la sua richiesta. Il problema è di natura strutturale: nella rosa attuale del Milan non sono presenti terzini di spinta, capaci di accompagnare con costanza le azioni offensive. Non ci sono più i Cafu, i Serginho per intenderci. Il trequartista ha bisogno di avere delle linee di passaggio per allargare campo e gioco, altrimenti il suo modo di giocare è di facile lettura per qualsiasi allenatore avversario. Suso potrebbe giocare dietro alle due punte, Mihajlovic ci aveva provato la scorsa stagione senza grandi risultati. L'ex Liverpool però esprime il meglio del suo repertorio giocando proprio sulla destra, con Kucka che riesce a coprirgli le spalle, o da mezzala.
SOLUZIONI ALTERNATIVE - Il Milan dispone di un parco attaccanti piuttosto nutrito. Berlusconi vorrebbe vedere giocare due attaccanti uno di fianco all'altro. In rosa ci sono tre prime punte: Bacca Luiz Adriano e Lapadula. I prime due hanno spesso giocato in coppia nella nella passata stagione, Lapadula ha sempre fatto la seconda punta nella sua carriera prima di incontrare Oddo a Pescara. Montella potrebbe lavorare su queste soluzioni che però, al momento sembrano solo delle mere alternative. Avrebbe bisogno di tempo per oliare i meccanismi che adesso sembrano girare bene con il 4-3-3. Serve snaturare un gruppo che ha una sua identità precisa? Difficilmente il tecnico rivedrà lo schieramento dei suoi ragazzi nell'immediato in attesa che Pasalic e Mati Fernandez torni al massimo della forma. Entrambi, seppur con caratteristiche diverse, possono essere impiegati sulla trequarti con Suso o Niang che potrebbero agire più vicino alla porta, da seconda punta. Saper cambiare modulo a partita in corso può diventare sicuramente un punto di forza ma deve essere più una convinzione che una imposizione.