Milan:| Altro che stressati
E’ tornato. Tutto insieme, con la forza spaventosa della stagione scorsa, con la stessa voglia e lo stesso piacere di stendere l’avversario. Di sbriciolarlo, se ci riesce, come c’è riuscito ieri sera. E’ tornato il Milan di Allegri e il Palermo è stato cancellato. Tre gol, risultato mai in discussione, partita mai in dubbio. Ha tenuto palla solo il Milan (69 per cento di possesso), ha tirato in porta (10 volte nello specchio, altre 10 fuori o ribattute) solo il Milan, non ha mai rischiato, non si è mai difeso, ha dominato e basta. Alla fine, rimaneva solo una stranezza in questa partita: come era possibile che sul tabellino dei marcatori non ci fosse il nome di Zlatan Ibrahimovic? Che un giorno smetterà, ma intanto delizia San Siro e continua a trascinare il Milan anche oltre alcuni suoi limiti.
TUTTI DIETRO - Il Palermo non è mai esistito e già dopo 45' veniva da chiederci che partita avesse in testa il giovane Mangia. Se era quella che abbiamo visto qui a San Siro, cioè di esclusivo contenimento con rarissime possibilità di ripartire, una partita non certo da squadra seconda in classifica, ha sbagliato formazione: che c’entravano Ilicic (sempre lontano dalla linea difensiva quando occorreva la sua presenza, vedi doppia occasione di Robinho e azione del gol di Nocerino) e Miccoli ( decisamente di peso in una squadra che mira solo a difendersi)? Se invece aveva pensato a un altro tipo di partita, un po’ più coraggiosa, un po’ meno difensiva e intimorita, una partita da squadra ambiziosa spinta dall’entusiasmo di chi si trova lassù non per caso, allora ha sbagliato su tutta la linea. Quella partita l’ha solo sognata.
Il Palermo ha lasciato la palla al Milan al primo minuto e non l’ha più ripresa, ha cominciato a rinculare all’inizio e ha continuato a farlo fino al 90'. Otto giocatori dietro il pallone, gli altri due (Miccoli ed Hernandez) staccati dal resto della squadra. Per mezz’ora, la difesa a oltranza dei siciliani ha retto perchè le due linee non si sono mai disunite, ma se davvero Mangia pensava di resistere in quel modo davanti a Cassano, Ibrahimovic e Robinho ha commesso un errore di presunzione. Dopo aver lavorato ai fianchi Barreto e Della Rocca, spinto indietro i due terzini Pisano e Mantovani e costretto Bertolo a fare il terzo... terzino su Abate, il Milan ha accelerato e segnato.
COLPA DI ILICIC - La zona nera del Palermo era sul suo fianco destro, dove Ilicic pensava a costruire ( un mattoncino per volta, mai una parete intera) e non si preoccupava degli spifferi che stavano entrando fra le mura della sua difesa. Eppure Robinho ( sciagurato nella fase finale dell’azione) aveva lanciato l’allarme: su cross di Ibra, il brasiliano aveva avuto due volte la palla buona per segnare, ma Tzorvas aveva risposto con prontezza. Era il 37', nel settore dove Robinho avrebbe potuto colpire c’era libertà assoluta perchè Ilicic era altrove, proprio come è successo quando il Milan è andato in vantaggio. Ancora un cross di Ibra, assist di testa di Aquilani ( libero, ovviamente) per l’ex Nocerino che ha toccato la palla in porta. Il suo merito era quello di essere lì nel momento giusto. Ilicic ha un sinistro fantastico, ma se deve difendere meglio scegliere chiunque altro. Nel secondo tempo, cercando di riparare all’errore iniziale, Mangia lo ha spostato al centro, alle spalle di Hernandez, con Alvarez ( al posto di Miccoli) a destra. Ma ormai la partita era altrove, tutta nelle mani dei campioni d’Italia.
BENE GLI STRESSATI - Il Milan era in netta crescita, nonostante quella mezza dozzina di assenze pesanti a cui, poco dopo la mezz’ora, si è aggiunto Thiago Silva, centrato da un...sinistro involontario di Ilicic che ha trovato il fianco del difensore anzichè il pallone. Bonera ha preso il suo posto, ma non ci sono stati problemi: in difesa stava male solo chi soffriva il solletico. Il Milan ha dato l’impressione di una nuova forza, dentro aveva la stessa rabbia dell’anno scorso, troppo spesso rimasta sotto i tacchetti in questo campionato. Era lo stesso Milan che prendeva al collo gli avversari e non mollava la presa fino a quando non era stremato, battuto, esangue. Quanto a Ibra sarà anche stressato, ma ieri lo stress è venuto a quel gruppetto di difensori palermitani ( mai meno di due) costretti a inseguirlo su ogni zolla del fronte d’attacco. Il suo piedone ha fatto partire l’azione dell’ 1- 0 e rifinito quella del 2- 0, ma l’aspetto più significativo per il Milan è stata la presenza costante, massiccia e minacciosa dello svedese nella partita che la sua squadra doveva vincere per forza. Muovendosi con quella forza, Ibra si è trascinato dietro anche l’altro... stressato, Cassano. Che prima ha fatto gol ( su assist di Zlatan) ma in fuorigioco, poi ha piazzato lo stesso Ibra davanti a Tzorvas ( gol mangiato) e infine ha chiuso il conto con il 3- 0 su assist di Abate, lanciato da Robinho. La difesa del Palermo incenerita. E’ stato un tiro al bersaglio fino all’ultimo minuto: molle così il Palermo a San Siro non era mai stato, come conferma il numero dei tiri in porta dei siciliani. Zero.