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    VIDEO Milan alla finestra per Balotelli. Mancini: 'Spero ancora nel miracolo'

    VIDEO Milan alla finestra per Balotelli. Mancini: 'Spero ancora nel miracolo'

    Dura entrata su Sinclair: l'allenatore caccia Mario negli spogliatoi, scoppia la lite. Silenzio imbarazzato del City. Cessione in vista? Mancio non si arrende.
    Balotelli-Mancini, finisce in rissa. Il tecnico: "Spero nel miracolo".
    E quando ormai è calato il buio su questo 3 gennaio di passione, Roberto Mancini ha ancora un filo di speranza: «Mi auguro sempre che succeda un miracolo». È l'epilogo di una lunga giornata segnata da un litigio furibondo, a un passo dalla rissa, che ha compiuto il giro del mondo, tra siti, facebook, twitter e televisioni: Roberto Mancini contro Mario Balotelli, nel bel verde del centro sportivo di Carrington. Un tecnico e un giocatore che si strattonano e si spintonano è già di per sé un episodio rilevante, ma qui siamo al paradosso: Mancini è l'uomo che più di tutti ha scommesso sulle qualità e sulla maturazione di Balotelli. Mario è il bad boy, quello che Mourinho, Lippi e tanti altri non volevano vedere neppure in cartolina. L'episodio avviene alla fine del primo allenamento del 2013. Mancini è tornato di buon mattino da Londra, dove mercoledì ha seguito nella tribuna dello Stamford Bridge il match Chelsea-Qpr. Mancio si è concesso una breve vacanza nella capitale britannica per staccare la spina dopo il trittico vigilia di Natale-Boxing Day-Capodanno, quattro partite in undici giorni. Ha studiato il Watford, avversario di domani in Coppa d'Inghilterra, sfida suggestiva per noi italianuzzi: Mancio contro Zola. Balotelli è in odore di ritorno. Per lui è pronto un posto in panchina. L'infortunio di Aguero — stiramento al flessore, lo sta curando un medico italiano — accelera i tempi del rientro dopo l'influenza e il lento recupero.

    La quasi rissa - La partitella è agli sgoccioli. Mario, che era sbarcato a Carrington di buon umore, ha un raptus. Compie un'entrataccia su Scott Sinclair. L'inglese, destinato a salutare il City a gennaio, vola a terra. Mancini, già a corto di uomini per l'infortunio di Aguero e le partenze per la Coppa d'Africa dei fratelli Touré, perde le staffe. Urla a Balotelli di rientrare negli spogliatoi. Qui avviene il patatrac perché Mario, invece di abbassare la testa e andare sotto la doccia, reagisce. Smoccola qualche parola di troppo e l'allenatore, a questo punto, afferra Mario per la casacchina arancione, strattonandolo. Intervengono in due. Angelo Gregucci prende Balotelli per un braccio e lo allontana. Brian Kidd, l'assistente inglese di Mancio, blocca il tecnico del City. Alla fine, Balotelli rientra negli spogliatoi, fa la doccia e si allontana da Carrington a bordo della sua Bentley. Prima di andarsene, chiede scusa a Sinclair. Mancini fischia la fine dell'allenamento. Tutti negli spogliatoi. I giocatori hanno la faccia incredula. I fotografi appollaiati sugli alberi che circondano Carrington sono al lavoro: stanno già partendo le prime foto per siti e giornali. Nel giro di un'ora, la vicenda compie il giro del mondo.

    Strategie - Questa è la nuda cronaca. Poi c'è il resto. Il silenzio del Manchester City che, imbarazzatissimo, non vuole commentare l'accaduto. Le riunioni. I colloqui tra lo staff tecnico e i dirigenti: il direttore sportivo Beguiristain, l'amministratore delegato Soriano e il presidente Khaldoon. La notizia arriva negli Emirati Arabi anche allo sceicco Mansour, grande estimatore di Balotelli. Non è facile scegliere una strategia. Da un lato ci sono gli equilibri dello spogliatoio, l'autorità dell'allenatore e le regole basilari di una squadra di calcio. Dall'altro, c'è una situazione di mercato complessa, perché Mario, nonostante le smentite generali, è in vendita, ma una cessione già complicata per il prezzo del cartellino — 30 milioni di euro — diventa impossibile in queste condizioni. Alla fine, matura il compromesso. La storia viene rubricata come ennesima «balotellata» e Mario, domani, dovrebbe accomodarsi in panchina contro il Watford.

    Mario - Nel bel mezzo del pomeriggio, e qui si torna alla cronaca, sui siti e su Twitter imperversano foto della vicenda e commenti in libertà. Le immagini rendono bene l'idea: Mario sembra non rendersi conto di che cosa abbia combinato. Il punto è questo: c'è il mondo e c'è il mondo di Balotelli. Mancini ha cercato di mediare tra questi due universi, ma ora è in difficoltà anche lui. Gli inglesi intanto sogghignano: «Why always Balotelli?». A completare la giornata, l'amichevole Pro Patria-Milan, interrotta per insulti razzisti ai giocatori rossoneri. La notizia fa rumore Oltremanica. Italians, ah questi Italians.

    Il presidente ripete: "Balotelli non mi convince come uomo. Drogba non ha l'età giusta".
    Milan alla finestra per SuperMario, ma Berlusconi: «Mi piace Destro».
    L'ultima di SuperMario allarga gli interrogativi sul suo futuro. E fatalmente tutto gira sempre intorno al Milan, suo storico corteggiatore. Anche se proprio in mattinata Silvio Berlusconi aveva ribadito le sue remore: «Non mi convince come uomo». Quasi un presagio. Eppure il Manchester City non molla la presa su Balotelli. La lite con Mancini farebbe pensare a un divorzio ormai inevitabile. Invece il suo attuale club evita nuovi provvedimenti disciplinari. E prova ad arginare le polemiche. Due i motivi di quest'atteggiamento improntato alla cautela. Innanzitutto l'emergenza dettata dall'infortunio di Aguero e dall'indisponibilità di Guidetti. Quindi nella lotta per il titolo della Premier League SuperMario può essere ancora importante. Poi c'è l'aspetto finanziario: lo sceicco Mansour non vuole depauperare il suo valore di mercato. Per questo il mese scorso il City l'ha dichiarato incedibile. Con una deroga per chi volesse mettere sul piatto 37 milioni di euro. Cifre, però, impraticabili per il club rossonero (e non solo).

    Partita lunga - Al City sanno bene che rinunciare ora a Balotelli significherebbe contraddire quella linea, svalutandone la quotazione. Guarda caso ciò che sperano in via Turati per avvicinarsi con concretezza all'attaccante bresciano. Questa è una partita complicata. Che rischia di essere lunga. In maniera pratica in via Turati sanno che se il lieto fine non arrivasse a gennaio, comunque tutto potrebbe slittare all'estate. Ecco perché il feeling è sempre vivo, qualunque sia lo sviluppo immediato.

    Il presidente - Ieri Silvio Berlusconi ha parlato sia a Radio Radio che a Radio Kiss Kiss. E ha parlato del futuro del Milan: «Il mercato del Milan? Ci sono altri che ci stanno lavorando, io al massimo pago. Galliani adesso è in Brasile e deve tornare con dei soldi, non deve spenderli». La premessa è per chiarire il pensiero sugli acquisti: «Drogba e Abbiamo deciso dopo 26 anni di Paradiso dove si cenava a base di caviale e champagne di darci una pausa di tre anni per costruire una squadra di giovani che possa poi andare avanti per una decina d'anni, che poi possa essere migliorata con innesti di anno in anno di qualche grande campione. Siamo tutti tesi a trovare dei giovani di prospettiva sul mercato. Stiamo monitorando i migliori 100 giovani che ci sono nel panorama internazionale. I talenti come Drogba sarebbero sicuramente ottimi rinforzi, ma è assolutamente fuori età rispetto al progetto che ci siamo dati». E poi dà un input molto chiaro: «Vedrei bene Destro nel Milan dei giovani». Ma è un desiderio che la Roma evidentemente non corrisponde. E anche questa pista appare complicata.

    "Prezzi impraticabili" - Poi Berlusconi ha parlato in generale sui trasferimenti. «Oggi i prezzi del calcio e degli ingaggi sono stratosferici, sembra di giocare a Monopoli. Sembra che i soldi del calcio non abbiano valore, invece ce l'hanno eccome proprio come negli altri campi. Inoltre c'è questa regola europea che non permette ai club di spendere più di quanto si incassi. Quando si finisce un ciclo questa è l'unica via che si può seguire e perseguire. Flamini al Napoli? Non ne ho mai sentito parlare. Non lo escludo, ma io non ne ho mai sentito parlare», ha concluso il numero uno rossonero.


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