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Mihajlovic è solo l'ultimo della lista: idolatrato e forse invidiato, perché nessuno sopporta Gasperini?
La lista è lunga e Sinisa Mihajlovic è soltanto l'ultimo ad essere entrato pesantemente in conflitto con l'allenatore dell'Atalanta Gian Piero Gasperini. Un tecnico molto ammirato in Italia e all'estero per il miracolo che ha contribuito a creare a Bergamo e per le soddisfazioni che ha saputo raccogliere, alimentando probabilmente un pizzico invidia. Ma se il collega del Bologna e prima ancora di lui Ranieri, Simone Inzaghi, Maran e Pioli - giusto per citare alcuni degli esempi più celebri - hanno avuto pesanti scontri verbali con lui, è quanto meno lecito attribuirgli qualche responsabilità.
SEMPRE CONTRO TUTTI - Gasperini è un allenatore che vive intensamente le partite e che, come tanti altri, finisce per "mettere pressione" alla squadra arbitrale, essendo la sua una squadra che pratica un calcio molto atletico. Nasce da questo il pesante diverbio in campo con Mihajlovic di martedì scorso o, prima ancora, quello con Ranieri del 10 luglio, pagato dal tecnico romano con la terza espulsione in una carriera quasi immacolata. "Ragazzi fate come loro, buttatevi giù e gridate "ahi", che qui chi urla più forte gli danno fallo... lo sapete...", il contenuto delle frasi della guida tecnica della Sampdoria che ha scatenato il battibecco con Gasp, che lo aveva apostrofato dandogli del "fenomeno". Attacchi ai colleghi, ma non è stato più tenero nei confronti di alcuni giocatori avversari, come il laziale Immobile o Chiesa della Fiorentina, accusati senza troppi giri di parole di essere dei simulatori.
SUPERBO - Particolarmente feroce si rivelò la polemica nei confronti dell'attaccante viola, sfociata in una quasi rissa con l'allora allenatore dei gigliati Pioli, spintonato mentre cercava di avvicinarsi per confrontarsi con Gasperini. O tale da portare ai pesanti epiteti rivolti nei suoi confronti dai tifosi della Fiorentina nell'ultima partita di campionato giocata al "Franchi" dalla sua Atalanta e alla sua risposta per le rime: "I figli di p... sono sicuramente loro". Il tecnico di Grugliasco aveva già deliziato le platee nel corso della sua avventura alla guida del Genoa, tanto da meritarsi l'occasione di allenare una big, l'Inter, ma oggi la realtà che gli ha consentito di consacrarsi è quella della formazione nerazzurra. Una squadra grazie alla quale, al di là dei trofei, ha saputo costruirsi una fama da "vincente" per i traguardi conseguiti in relazione ai mezzi a disposizione. E che forse lo ha portato inconsciamente a peccare di presunzione e superbia in alcune circostanze, come quando, al termine della tesa partita col Cagliari ignorò platealmente Rolando Maran negandogli il tradizionale saluto di fine partita.
Idolatrato e invidiato, Gasperini è un personaggio destinato a dividere, ma se litiga sempre con tutti, un motivo ci sarà...
SEMPRE CONTRO TUTTI - Gasperini è un allenatore che vive intensamente le partite e che, come tanti altri, finisce per "mettere pressione" alla squadra arbitrale, essendo la sua una squadra che pratica un calcio molto atletico. Nasce da questo il pesante diverbio in campo con Mihajlovic di martedì scorso o, prima ancora, quello con Ranieri del 10 luglio, pagato dal tecnico romano con la terza espulsione in una carriera quasi immacolata. "Ragazzi fate come loro, buttatevi giù e gridate "ahi", che qui chi urla più forte gli danno fallo... lo sapete...", il contenuto delle frasi della guida tecnica della Sampdoria che ha scatenato il battibecco con Gasp, che lo aveva apostrofato dandogli del "fenomeno". Attacchi ai colleghi, ma non è stato più tenero nei confronti di alcuni giocatori avversari, come il laziale Immobile o Chiesa della Fiorentina, accusati senza troppi giri di parole di essere dei simulatori.
SUPERBO - Particolarmente feroce si rivelò la polemica nei confronti dell'attaccante viola, sfociata in una quasi rissa con l'allora allenatore dei gigliati Pioli, spintonato mentre cercava di avvicinarsi per confrontarsi con Gasperini. O tale da portare ai pesanti epiteti rivolti nei suoi confronti dai tifosi della Fiorentina nell'ultima partita di campionato giocata al "Franchi" dalla sua Atalanta e alla sua risposta per le rime: "I figli di p... sono sicuramente loro". Il tecnico di Grugliasco aveva già deliziato le platee nel corso della sua avventura alla guida del Genoa, tanto da meritarsi l'occasione di allenare una big, l'Inter, ma oggi la realtà che gli ha consentito di consacrarsi è quella della formazione nerazzurra. Una squadra grazie alla quale, al di là dei trofei, ha saputo costruirsi una fama da "vincente" per i traguardi conseguiti in relazione ai mezzi a disposizione. E che forse lo ha portato inconsciamente a peccare di presunzione e superbia in alcune circostanze, come quando, al termine della tesa partita col Cagliari ignorò platealmente Rolando Maran negandogli il tradizionale saluto di fine partita.
Idolatrato e invidiato, Gasperini è un personaggio destinato a dividere, ma se litiga sempre con tutti, un motivo ci sarà...