Magliette con la 27 di Quagliarella comprate invano, zainetti acquistati che nessun negozio voleva indietro. Tifosi delusi che avrebbero voluto citare il Napoli per il capo d’abbigliamento acquistato solo per onorare l’attaccante di Castellammare. E molti di noi che si sono chiesti: Ma e Laurentiis è legalmente perseguibile? Il Napoli non dovrebbe rimborsarci?
Beh, in Inghilterra è accaduto e il tifoso è stato rimborsato anche se solo attraverso una transazione extragiudiziale. Nell’agosto scorso James McGhee per festeggiare il tredicesimo compleanno di suo figlio Jon aveva deciso di acquistare la maglietta di Gylfi Sigurdsson, centrocampista islandese che nella stagione 2009-2010 militava nel Reading, squadra dell’omonima città britannica che partecipa alla Football Legue Championship, la serie B del campionato britannico. Sebbene il calciatore avesse più volte manifestato la volontà di restare nella squadra inglese, all’inizio della stagione successiva il Reading l’ha ceduto al club tedesco Hoffenheim. Poche settimane dopo il tifoso McGhee ha fatto causa al suo club e nei giorni scorsi ha ottenuto circa 72 sterline (84 euro) come risarcimento per il danno subito.
McGhee – scrive il corriere.it – è divorziato e ha due figli, ha deciso di fare causa alla sua squadra del cuore perché sostiene che il club ha preso in giro i suoi tifosi. Gylfi Sigurdsson, durante la stagione 2009-2010, era presto diventato l’idolo dei tifosi: in 42 partite con la casacca dei Royals era riuscito a segnare ben 18 reti ed era stato eletto miglior giocatore della Championship. All’inizio della nuova stagione lo stesso Sigurdsson aveva dichiarato di essere molto felice in Inghilterra e di voler restare a lungo nel club britannico. Tuttavia il team inglese all’inzio dello scorso settembre ha accettato l’offerta di oltre 6,5 milioni di sterline del club tedesco Hoffenheim e ha ceduto il campione islandese alla squadra che gioca in Bundersliga. Il risarcimento non è stato deciso dal tribunale, ma da un accordo tra le parti. Il tifoso riceverà le 42 sterline spese per acquistare la casacca, più 30 sterline per coprire le spese legali. McGhee, che lavora come manager per una società che produce acciaio, si dichiara soddisfatto della transazione: «Ho vinto la battaglia morale», dichiara al Daily Telegraph. «Ai miei occhi essi hanno mostrato la loro sconfitta. Non era giusto che Joh indossasse una maglia di un calciatore che era appena andato via. Era molto turbato e infelice per la partenza di Sigurdsson che era diventato il suo calciatore preferito». Da parte sua la società di calcio afferma di aver scelto la strada della transazione solo per convenienza. Le spese per il processo sarebbero costate molto di più dell’accordo economico con McGhee: «Abbiamo raggiunto un’intesa solo perché l’udienza era stata fissata a Middlesbrough. Per il tempo e per lo sforzo, conveniva trovare un accordo»