'Mi chiamo Gianfranco ma per tutti sono CR7': a CM la storia del sosia di Ronaldo
Lui è Gianfranco Sanguinetti ma per tutti negli ultimi due mesi è il sosia italiano del calciatore più famoso ed invidiato del pianeta: Cristiano Ronaldo. Mica male come termine di paragone.
L'accostamento somatico tra i due ha radici lontane e risale ad una dozzina di anni fa, quando CR7 ancora non era CR7 ma stava cominciando a gettare le basi per diventarlo. "Era il 2006 - racconta Sanguinetti - quando in più di un amico cominciò a dirmi che somigliavo a quell'esterno portoghese che stava imponendosi con il Manchester United. Più la popolarità di Cristiano cresceva, più aumentava la gente che mi faceva notare questa similitudine tra me e lui. Ed io cominciai a giocarci su, adottando il suo stesso taglio di capelli, imitandolo nel look e nell'abbigliamento. E così ho continuato a fare in questi anni".
Dopo una carriera poco fortunata nel calcio giocato, a differenza del fratello Mauricio ex giocatore professionista con alle spalle diverse stagioni in Serie C con le maglie di Spezia, Sanremese e Carrarese, Gianfranco si dedica con maggiori soddisfazioni al football americano militando per alcuni anni nei Predatori Chiavari. La seconda svolta nella sua doppia vita arriva nel 2015, durante una vacanza in Spagna: "Tre anni fa andai a Madrid per qualche giorno e lì venni letteralmente assediato dai fans, convinti di trovarsi di fronte al loro idolo. Del resto se incrociare Cristiano Ronaldo per le vie di Lavagna (il paese ligure in cui vive Gianfranco, ndr) è decisamente poco probabile, farlo per le strade della città in cui gioca è certamente più plausibile. E così passai il mio soggiorno in Spagna a fare selfie, firmare autografi e concedere interviste".
Soltanto nel corso dell'ultima caldissima estate, però, quello che per Gian era solo un gioco si è trasformato in un vero e proprio tormentone, anche perché lui ci ha messo del suo: "A luglio, all'indomani dell'ufficialità dell'arrivo di Cristiano alla Juve, feci un giro a Torino con la mia compagna, Monica. La gente impazzì. Proprio come era successo a Madrid anche qui la folla era convinta di trovarsi di fronte al vero Ronaldo, tanto che la mia passeggiata torinese fece notizia anche nei principali quotidiani e telegiornali nazionali. Qualche giorno dopo fui contattato da uno youtuber genovese, Giacomo Hawkman, che mi propose di fare una candid-camera per il centro di Milano ed anche in quel caso l'eco mediatica fu molto ampia. Cominciai ad essere invitato a prendere parte a diverse trasmissioni televisive su Mediaset e in Rai, oltre ad essere intervistato, tra le altre, dalla Gazzetta dello Sport, da Repubblica e dalla Stampa".
L'obiettivo adesso è quello di diventare il sosia ufficiale di CR7, facendo di questo gioco una fonte di reddito come è successo al tuo collega spagnolo: "Io un lavoro ce l'ho e mi piace molto. Sono un personal trainer nella palestra che gestisco personalmente da qualche anno a Lavagna. Ma è chiaro che se questa 'cosa' dovesse portarmi ad un gradino superiore di certo non mi tirerei indietro, anzi posso dire che ci sto già lavorando su. Il sosia di Madrid venne spesso utilizzato dagli sponsor di Ronaldo come sua controfigura e spero che presto possa accadere anche a me. Anche se il mio sogno è prima di tutto quello di conoscerlo di persona e poi di vederlo alzare quella tanto agognata Champions League...".
Già, perchè oltre ad aver avuto in dote da Madre Natura l'avvenente somiglianza con il ragazzo più desiderato del pianeta, Gianfranco ha pure la fortuna di tifare per la squadra con la quale l'asso lusitano ha deciso di giocare nelle prossime quattro stagioni: "Sono juventino fin da bambino ma ammetto che avrei seguito Cristiano con il massimo interesse anche se fosse sbarcato all'Inter o al Napoli. Considero il suo arrivo in Italia un segnale positivo per tutto il movimento calcistico nostrano e chi lo critica in questi giorni per il fatto di non aver ancora segnato un gol in Serie A mi sa solo sorridere".
Altra fortuna di Gianfranco è quella di avere al suo fianco una compagna per nulla gelosa delle attenzioni rivolte a lui da tante ammiratrici: "Lei gioca su questa cosa forse anche più di me. E' mia complice, tanto che nei primi mesi della nostra relazione, nata due anni fa, non mi chiamava Gian ma Ronnie. Del resto è con quel nome che mi aveva conosciuto".
Ed è con quel nome che Gian spera di restare ancora a lungo sulla breccia dell'attenzione nazionale...