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Mezz'ora di niente, Mourinho ci casca e l'Inter batte la Roma con il suo calcio verticale: ora la seconda stella è vicina
I 30' GRIGI - Mezz’ora di niente, di una desolazione tale da immaginare una partita di sola cautela, di totale prudenza, una partita che sarebbe stato impossibile spiegare, e tanto meno accettare, vista quanto valeva per la Roma e soprattutto per l’Inter. E infatti quei 30 minuti grigi, senza ritmo, con errori tecnici da tutt’e due le parti sono stati in realtà un inganno, un tranello in cui è caduta la squadra di Mourinho. Che ha sottovalutato la più bella e netta caratteristica dei campioni d’Italia: la verticalizzazione. Così l’Inter ha vinto la partita, opponendo il suo calcio verticale al calcio orizzontale dei romanisti.
GOL IN VERTICALE - Le due reti si somigliavano nella costruzione. La prima: Handanovic, Dimarco, Perisic, Dzeko, palla indietro a Calhanoglu, difesa romanista slabbrata (con Ibanez, Mancini e Smalling finiti fuori posizione proprio per il movimento ingannevole -indietro, non in avanti- degli attaccanti nerazzurri), passaggio dritto per dritto per Dumfries diventato in quel frangente il centravanti dell’Inter, esitazione fatale del giovane Zalewski che voleva prima attaccarlo, poi si è staccato per tentare il fuorigioco, l’olandese è arrivato da solo davanti a Rui Patricio e l’ha battuto. La seconda: sulla trequarti palla recuperata a Pellegrini da Brozovic e Calhanoglu, poi dal turco a Dimarco, sinistro rasoterra e perfetto per Perisic, Mancini ha risposto in ritardo, Perisic ha aspettato Brozovic che è arrivato da solo, senza marcatura, e a questo punto il croato ha segnato il gol capolavoro saltando Mancini e scaraventando di destro la palla all’incrocio un attimo prima dell’intervento di Smalling e Sergio Oliveira.
ROMA A GUARDARE - La squadra di Mourinho aveva tenuto palla (59 per cento al 45'), ma sempre per vie orizzontali, lenta e prevedibile. Palloni giocabili per Abraham zero. Solo con un colpo di testa di Mancini, su angolo di Pellegrini, si era avvicinata al gol prima di prenderne due. Mourinho aveva messo Pellegrini su Brozovic, El Shaarawy a recuperare su Barella, Mkhitaryan a controllare (con scarsissimo profitto) Dimarco. In mezzo guidava (avrebbe dovuto guidare...) Sergio Oliveira, sempre lento, macchinoso, spesso superficiale, tanto da perdere troppi palloni. Sul 3-0, a 10' dalla fine, Oliveira prenderà un giallo per un fallo stupido ed evitabile a metà campo: diffidato, salterà la partita con il Bologna. L’Inter ha accettato quel ritmo in attesa del momento ideale per colpire. Ha giocato con la testa della grande squadra, di chi sa cosa vuole e sa come arrivarci.
LAUTARO DI TESTA - A inizio ripresa, Mourinho ha cambiato la posizione di suoi esterni, a sinistra è andato Mkhitaryan e a destra El Shaarawy proprio per cercare di inaridire una delle più generose e limpide fonti di gioco dell’Inter, quella di Dimarco. Nei primi due minuti la Roma è stata minacciosa, ma questa era la partita dell’Inter e su angolo di Calhanoglu (decimo assist del campionato, settimo dalla bandierina) il colpo di testa di Lautaro Martinez ha fulminato Mancini e Rui Patricio. Tre a zero al 52', per la Roma era finita.
TESTA A BOLOGNA - Con 3 gol di vantaggio, a mezz’ora dalla fine Inzaghi ha cominciato a pensare al recupero di mercoledì prossimo a Bologna e ha tolto Dimarco e Dzeko per far entrare Bastoni e Correa. Poco dopo dentro fuori Brozovic (per Gagliardini) e Perisic (per Gosens). Come detto, erano cambi di gestione. Quelli di Mourinho (dentro Carles Perez, Veretout, poi Vina e Shomourodov al posto di El Shaarawy, Pellegrini, Zalewski e Abraham) hanno piano piano spinto la Roma verso un mesto finale, riacceso solo dal gol di Mkhitaryan al 40', dopo una bella iniziativa di Karsdorp. Sulla scia di quella rete, la Roma ha provato ad attaccare con la forza della disperazione ma ha avuto solo un’altra possibilità, annullata dall’intervento di Bastoni su Carles Perez. A dir la verità, Mou aveva tenuto colpevolmente in campo Oliveira fino a 10' dalla fine quando lo ha sostituito col giovane Bove, ma solo dopo il giallo che porterà il suo connazionale alla squalifica.
SOZZA E MOU - Stavolta Mourinho non può nemmeno prendersela con l’arbitro. Le polemiche della vigilia sulla designazione del “milanese” Sozza si sono spente a fine partita: il giovane arbitro della sezione di Seregno, favorito anche da una partita molto corretta, non ha sbagliato niente. Una volta ogni tanto, fa bene dirlo. José potrà consolarsi col coro della Nord, in ricordo di una stagione indimenticabile. La sua risposta è stata un saluto amaro e anche un po’ triste.
:(actionzone)
IL TABELLINO
Inter-Roma: 3-1
Marcatori: 30' Dumfries, 40' Brozovic, 7' s.t. Lautaro; 40' s.t. Mkhitaryan.
Assist: 30' Calhanoglu, 40' Perisic, 7' s.t. Calhanoglu; 40' s.t. Shomurodov
Inter (3-5-2): Handanovic; Skriniar, de Vrij, Dimarco; Dumfries (dal 18' s.t. Bastoni), Barella, Brozovic (dal 32' s.t. Gagliardini), Calhanoglu, Perisic (dal 32' s.t. Gosens); Dzeko (dal (18' s.t. Correa), Lautaro (dal 42' s.t. Sanchez).
Roma (3-4-1-2): Rui Patricio; Mancini, Smalling, Ibanez; Karsdorp, Mkhitaryan, Oliveira (dal 35' s.t. Bove), Zalewski (dal 33' s.t. Vina); Pellegrini (dal 19' s.t. Veretout), El Shaarawy (dal 19' s.t. Perez); Abraham (dal 33' s.t. Shomurodov).
Ammoniti: Mancini (R), Brozovic (I), Oliveira (R), Calhanoglu (I)
Espulsi:
Arbitro: Simone Sozza
VAR & AVAR: Irrati, Zufferli.