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Messi non sa reggere il confronto con Ronaldo: ora l'Argentina rischia grosso
Il problema di Messi, dunque, è psicologico. In questo momento non sa reggere il confronto con Ronaldo, meno che mai se il suo rivale regala al mondo una prestazione come contro la Spagna. Messi sapeva che nel giorno successivo a quella sorta di trionfo, egli avrebbe dovuto rispondere se non con tre gol almeno con una vittoria propiziata dalle sue giocate e dalla sua classe. Invece, il calcio di rigore provocato da Magnusson, franato addosso a Meza (63’), gli si è posato sulle sue gracili spalle come una montagna. Dagli undici metri Ronaldo aveva aperto la sua personale goleada. Messi, invece, ha virtualmente chiuso la sua partita, ostinata e ottusa, contro una Nazionale che gli triplicava la marcatura con una naturalezza disarmante. Non era il Messi migliore (ripeto: per colpa di Ronaldo), è stata invece l’Islanda più rocciosa e compatta di sempre. Il 4-4-2, ormai soppiantato per sistemi di gioco più sofisticati e più variabili, ha dimostrato ancora tutta la sua tenuta. Merito di un c.t. (Hallgrimsson) che ha saputo continuare l’opera del predecessore e di giocatori che si applicano con disponibilità e disciplina. Certo, il rigore - se realizzato - avrebbe disinnescato ogni meccanismo, così come sembrava avere fatto il gol di Aguero (una prodezza in area) a séguito di un tiro sbagliato da Rojo (19’).
Tuttavia pochi avevano tenuto nel giusto conto la precarietà del portiere argentino Caballero, sostituto dell’infortunato Romero e preferito da Sampaoli ad Armani. Caballero, già autore di un mezzo pasticcio con i piedi in coabitazione con Rojo, è uscito sconsideratamente nel prologo dell’azione che ha portato al pareggio di Finnbogason (23’). Se quella palla fosse stata allontanata bene o bloccata, non sarebbe accaduto niente. Invece, nonostante una successiva corta respinta di Caballero (in questo caso non avrebbe potuto far meglio), Finnbogason ha avuto la possibilità di colpire da pochi passi. E’ stata una partita brutta e spigolosa che ha mostrato tutti i limiti dell’Argentina, Nazionale vecchia (solo quattro giocatori sono sotto i trent’anni) e con pochissima qualità a centrocampo. Biglia è modesto in entrambe le fasi, soprattutto quella dell’interdizione. Chi l’ha sostituito, cioé Banega, mi è parso addirittura più involuto di lui. Aguero è un top player ma avrebbe dovuto avere più collaborazione da Messi che l’ha cercato poco nelle combinazioni strette e rapide. Male Di Maria: poche accelerazioni sulla fascia e cross bassi sempre prevedibili. Pavon, che ne ha preso il posto, è apparso più vivace e ha sfiorato il gol nel finale (grande deviazione del portiere Halldorsson). A sei minuti dalla fine è entrato anche Higuain, ma gli spazi erano intasati e Messi, come per tutta la partita, ha cercato solo una soluzione personale.
A prescindere dal pareggio, l’Argentina rischia. Sia perché la Croazia, prossimo avversario, è pericolosissima. Sia perché, se si qualificasse da seconda, rischierebbe di incontrare la Francia. E’ vero che la Nazionale di Deschamps ha deluso - pur vincendo - contro l’Australia, ma è altrettanto vero che è più squadra (e con migliori giocatori) rispetto all’Argentina. Messi è un discorso a parte. Fuoriclasse era e fuoriclasse resta. Ma giocare senza pensare a Ronaldo potrebbe essergli d’aiuto.
@gia_pad