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Messi, ma quali benefici fiscali per l'Inter!
Ricapitolando la norma: ai contribuenti che decidono di trasferire la propria attività lavorativa in Italia, è riservata una particolare agevolazione fiscale. Ai professionisti dello sport è concesso di abbattere la base imponibile soggetta a imposizione fiscale del 50%, il che vuol dire che solo il 50% dei loro redditi da lavoro sarà soggetto a IRPEF. L'agevolazione dura 5 anni (può essere rinnovata a certe condizioni, ma difficile possa interessare all'argentino) ed è rivolta sia ai cittadini italiani precedentemente espatriati, sia ai cittadini stranieri. Un bello sconto, non c'è che dire. Diciamo che, in linea puramente teorica, potrebbe anche darsi, se Messi fosse un calciatore qualunque, che possa essere interessato. Ma sappiamo benissimo che non ci si chiama GOAT a caso.
Probabilmente per la prima volta nella sua carriera, infatti, l'unica cosa che Messi dovrebbe fare, in caso di atterraggio calcistico in Italia, sarebbe imitare Cristiano Ronaldo. CR7, infatti, non ha "regalato" alcun benficio fiscale alla Juventus che, anzi, sente pienamente a bilancio il peso dei suoi oltre 30 milioni di euro netti di stipendio annuo. Questo perché nella giungla degli scaglioni, dei regimi e dei trattamenti fiscali previsti nel nostro ordinamento, esiste anche quella che è stata ridefinita recentemente dagli specialisti del settore la Ronaldo Tax, proprio in seguito al trasferimento tricolore del campione portoghese. In particolare CR7 per tutti i redditi che non sono stati dichiarati entro i confini italiani (la maggior parte, oltre allo stipendio bianconero), paga una cifra forfettaria pari a 100mila euro all'anno, mentre i suoi parenti possono ottenere un regime fiscale agevolato versando una forfait di 25mila euro ciascuno (ed ecco che subito vengono in mente i certificati richiesti dal padre di Messi al Comune di Milano poche settimane fa).
Secondo le ultime stime elaborate da Forbes, Cristiano con i suoi 100 milioni di euro di guadagni nella stagione 2019/2020 è stato il primo calciatore della storia a sfondare il tetto del miliardo di dollari di ricavi in carriera. Soglia raggiunta nel passato da Tiger Woods, Floyd Mayweather e pochi altri sportivi top class. Sulla montagna di bonifici oltre quelli corrisposti dalla Juventus (e alcune entrate fatturate in Italia) il portoghese paga una flat tax irrisoria che gli permette un efficientamento fiscale che non avrebbe paragoni con quanto previsto dal Dl Crescita. Insomma, il decreto Crescita è vantaggioso per i datori di lavoro, ma è gravoso quando invece sei un professionista con entrate milionarie diversificate a livello internazionale.
La situazione di Messi è quindi molto simile. Anche lui vicino alla soglia del miliardo di euro in carriera di guadagni, la Pulce attraverso la Leo Messi Management ha un contratto vitalizio con Adidas, poi ancora con Mastercard, Lays, Hilfiger e altri. Anche in questo caso si sta parlando di una multinazionale da oltre un centinaio di milioni all'anno, molti dei quali verrebbero fatturati extra Italia. Certamente il nostro paese, con i vantaggi sopra illustrati, potrebbe essere un punto d'approdo di grande interesse per l'argentino. Quindi un motivo valido per sorridere e coltivare una fiammella di speranza da parte dei tifosi dell'Inter esiste. Ma pensare che sia la famiglia Zhang a ricevere sconti dall'Agenzia delle Entrate, sarebbe o un errore di pianificazione fiscale enorme da parte di Messi o un regalo enorme alla proprietà nerazzurra, a discapito delle sue tasche. Basta capire da che parte si guarda la questione. Suggestioni ok, ma come sempre non c'è nulla di più realistico che la gestione del portafoglio.