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Mertens, com'è dura la vita senza Sarri. Ora può cambiare il suo futuro
Non è il caso di scomodare San Gennaro e chiedergli di fare il miracolo per così poco, ma che qualcosa non stia funzionando nel Napoli e nello specifico con Dries Mertens appare evidente. Titolare soltanto una volta nelle prime 5 uscite ufficiali, a bersaglio solo in un'occasione, il gol-partita che ha completato la rimonta col Mian. E una collocazione tattica che per Ancelotti rischia di essere un rebus; ad oggi, il belga è l'alternativa di Milik e, come nelle prime stagioni di Benitez e Sarri, è considerato soprattutto una preziosa arma da utilizzare a match in corso per rompere gli schemi.
RINNOVO IN BILICO? - Situazione figlia certamente di una condizione atletica non perfetta e ancora schiava delle scorie mondiali, ma che alla lunga potrebbe andare a toccare aspetti che esulano dalle semplici vicende di campo. Per esempio, la questione legata al futuro di Mertens a Napoli e il suo eventuale rinnovo di contratto. L'accordo attuale scade a giugno 2020 e l'ingaggio da 4 milioni di euro netti pesa non poco sulle casse societarie, tanto che in queste ultime settimane l'idea di prolungare spalmando gli emolumenti dell'ex PSV Eindhoven su più stagioni ha iniziato a prendere corpo. Con essa, quella di eliminare la clausola rescissoria da 30 milioni di euro che vale solamente per il mercato estero, utile soprattutto a resistere alle tentazioni provenienti dalla Cina.
IL DILEMMA - Ma è chiaro che, qualora Ancelotti continuasse a puntare su un Insigne sempre più seconda punta e un sistema di gioco, il 4-4-2, che regala più equilibrio ma penalizza la possibilità di dare libero sfogo al talento, lo stesso Mertens potrebbe porsi qualche interrogativo. A 31 anni, è quanto meno lecito affrontare il problema: lottare per ritagliarsi uno spazio, senza avere la garanzia di essere un cardine come con Sarri, o andare alla ricerca di nuovi stimoli altrove? Forse nemmeno San Gennaro saprebbe rispondere.
RINNOVO IN BILICO? - Situazione figlia certamente di una condizione atletica non perfetta e ancora schiava delle scorie mondiali, ma che alla lunga potrebbe andare a toccare aspetti che esulano dalle semplici vicende di campo. Per esempio, la questione legata al futuro di Mertens a Napoli e il suo eventuale rinnovo di contratto. L'accordo attuale scade a giugno 2020 e l'ingaggio da 4 milioni di euro netti pesa non poco sulle casse societarie, tanto che in queste ultime settimane l'idea di prolungare spalmando gli emolumenti dell'ex PSV Eindhoven su più stagioni ha iniziato a prendere corpo. Con essa, quella di eliminare la clausola rescissoria da 30 milioni di euro che vale solamente per il mercato estero, utile soprattutto a resistere alle tentazioni provenienti dalla Cina.
IL DILEMMA - Ma è chiaro che, qualora Ancelotti continuasse a puntare su un Insigne sempre più seconda punta e un sistema di gioco, il 4-4-2, che regala più equilibrio ma penalizza la possibilità di dare libero sfogo al talento, lo stesso Mertens potrebbe porsi qualche interrogativo. A 31 anni, è quanto meno lecito affrontare il problema: lottare per ritagliarsi uno spazio, senza avere la garanzia di essere un cardine come con Sarri, o andare alla ricerca di nuovi stimoli altrove? Forse nemmeno San Gennaro saprebbe rispondere.