Nove milioni di euro investiti complessivamente per Mario Rui (subito fuori per un grave infortunio), 4,4 per Fazio, 13,5 (bonus esclusi) per Bruno Peres. Solo Vermaelen, tornato a convivere con i soliti problemi fisici, è arrivato a condizioni economiche che non impegneranno la Roma a riscattarlo obbligatoriamente, ma il mercato estivo di Walter Sabatini ha messo a disposizione di Luciano Spalletti un reparto difensivo da brividi (8 gol incassati in campionato, 13 contando tutte le competizioni) come ha confermato la debacle di Torino.

DIFESA NON PROTETTA -  Poco protetta da un centrocampo con troppe incognite (De Rossi non garantisce sul piano della continuità, Strootman che viene da due stagioni senza giocare e un Nainggolan fuori condizione) e senza ricambi (Paredes ancora acerbo, Gerson non pervenuto), la linea difensiva giallorossa è stata sistematicamente esposta alle scorribande degli attaccanti granata e la sensazione più diffusa e grave è che sia ben lontana da trovare gli automatismi necessari per muovere come un reparto coeso.
SPALLETTI, QUANTI ERRORI - Lo stesso Spalletti ci ha messo del suo, optando per uno schieramento ultra-offensivo (il 4-2-3-1) che almeno nel primo tempo ha prodotto molto in termini di occasioni da rete, ma che non ha garantito mai l'equilibrio necessario contro una squadra come il Torino di Mihajlovic che fa delle ripartenze il suo cavallo di battaglia. Un atteggiamento superficiale e presuntuoso, divenuto un azzardo totale quando, a inizio ripresa, l'allenatore della Roma ha tolto De Rossi per inserire Totti e successivamente Nainggolan per El Shaarawy, rischiando a più riprese l'imbarcata. La Roma si è davvero fermata alla notte da tregenda col Porto nel playoff di Champions, poco aiutata da una società che ha puntato su troppe scommesse sul mercato e tradita anche da uno Spalletti in totale stato confusionale.