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Mental coach: 'Juve e Napoli, così tutto è cambiato. Sull'Inter...'
RIMONTA - "Nel calcio si parla tanto di condizione fisica, ma conta molto di più quella mentale: il 70% è testa, il 30% tecnica e tattica. Una grande prestazione si ha per piacere o per dolore. La Juve era a un passo dal baratro e ha tirato fuori forze inconsce che l’hanno spinta ad aumentare lo sforzo. Non esiste la stanchezza fisica, ma solo la pesantezza mentale. Anche la contestazione dei tifosi ha avuto un effetto motivazionale. Dietro i due gol all’Inter nel finale c’è tutto l’attaccamento all’obiettivo: nella Juve ha prevalso il desiderio di non perdere il settimo scudetto. Merito dell’allenatore: Allegri utilizza una comunicazione mirata alla motivazione, ha lavorato molto sull’aspetto mentale. Sarri potrebbe aver sbagliato la gestione della settimana: servivano parole forti per abbassare il livello di euforia".
VITTORIA INFLUENZA SUL NAPOLI - "Sicuramente sì. Tutto nasce dal pensiero che è inquinato dall’ambiente. Le emozioni ti mandano su e giù, la paura ti toglie energie e l’euforia ti fa volare. Razionalmente il Napoli ha accusato il colpo, i due gol della Juve hanno demolito le sue certezze, anche di gioco. Andare a letto con l’immagine della vittoria della Juve è stato demotivante. Il pensiero negativo fa più danni nel sonno, con i giocatori mi sento la sera prima di una partita per prepararla affinché durante la notte l’inconscio possa lavorare. Non è un caso che Koulibaly, eroe dello Stadium, sia stato espulso. La reattività è figlia della massima concentrazione: il Napoli in 10 avrebbe potuto vincere, ma era scarico".
LE MOSSE - "Allegri deve continuare ad alzare l’asticella e il livello di attenzione dei suoi. Sarri non deve arrabbiarsi coi giocatori ma assumersi le sue responsabilità: solo così potrà riprendersi la squadra".