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Meno stranieri, ma regole più facili per tesserarli: la Brexit stravolge la Premier
Procede la trattativa tra il Governo di Theresa May e Bruxelles per stabilire i tempi d'uscita dell'Inghilterra dall'Unione Europea, come stabilito dal referendum che ha promosso la Brexit. Entro marzo 2019, gli effetti di questa storica decisione diventeranno effettivi e a subirne le conseguenze potrebbe essere anche la Premier League. Diventando a tutti gli effetti un paese extracomunitario sotto l'aspetto della circolazione di merci e persone, in Inghilterra cambierebbe di riflesso lo status di molti dei calciatori delle 20 formazioni del campionato più ricco del mondo, uno scenario che allarma soprattutto i club e che impone un dialogo tempestivo con la Football Association.
LA PREMIER RISCHIA - Quest'ultima, sull'onda di un cambiamento epocale a livello politico, sarebbe anche propensa all'idea di favorire un taglio dei calciatori stranieri per puntare con forza e convinzione sui talenti di casa propria e contribuire alla crescita della nazionale allenata oggi da Southgate. Un proposito che rischia però di fare a pugni con l'appeal della Premier League e anzi potrebbe depauperare il valore tecnico e commerciale di un torneo che proprio grazie all'arrivo di tanti campioni dall'estero è diventato una vera e propria macchina da soldi. Per queste ragioni già domani, secondo il Times, i club del campionato inglese si siederanno attorno a un tavolo con la federazione per trovare una soluzione che accontenti tutti.
CAMBIANO LE REGOLE - Da un lato, quest'ultima chiede di limitare a 12 il numero massimo di stranieri in rosa (oggi Manchester City e Huddersfield guidano la classifica con 17 calciatori provenienti dall'estero), dall'altra parte si chiede come contropartita una regolamentazione meno rigida per l'ottenimento del permesso di soggiorno per motivi di lavoro. La normativa vigente favorisce apertamente i calciatori di livello più alto, ma taglia fuori quelli di fascia inferiore, come le giovani promesse: per accedere al permesso di soggiorno, gli atleti devono aver disputato il 75% delle partite giocate dalla loro nazionale di riferimento nei due anni precedenti alla data di tesseramento e la selezione in questione non deve trovarsi oltre la 70esima posizione del ranking Fifa. Il tempo stringe, la Brexit incombe e il calcio inglese rischia di perdere il suo ruolo di leader nel calcio mondiale, con gli altri campionati pronti a fare razzia dei suoi migliori esuberi.
LA PREMIER RISCHIA - Quest'ultima, sull'onda di un cambiamento epocale a livello politico, sarebbe anche propensa all'idea di favorire un taglio dei calciatori stranieri per puntare con forza e convinzione sui talenti di casa propria e contribuire alla crescita della nazionale allenata oggi da Southgate. Un proposito che rischia però di fare a pugni con l'appeal della Premier League e anzi potrebbe depauperare il valore tecnico e commerciale di un torneo che proprio grazie all'arrivo di tanti campioni dall'estero è diventato una vera e propria macchina da soldi. Per queste ragioni già domani, secondo il Times, i club del campionato inglese si siederanno attorno a un tavolo con la federazione per trovare una soluzione che accontenti tutti.
CAMBIANO LE REGOLE - Da un lato, quest'ultima chiede di limitare a 12 il numero massimo di stranieri in rosa (oggi Manchester City e Huddersfield guidano la classifica con 17 calciatori provenienti dall'estero), dall'altra parte si chiede come contropartita una regolamentazione meno rigida per l'ottenimento del permesso di soggiorno per motivi di lavoro. La normativa vigente favorisce apertamente i calciatori di livello più alto, ma taglia fuori quelli di fascia inferiore, come le giovani promesse: per accedere al permesso di soggiorno, gli atleti devono aver disputato il 75% delle partite giocate dalla loro nazionale di riferimento nei due anni precedenti alla data di tesseramento e la selezione in questione non deve trovarsi oltre la 70esima posizione del ranking Fifa. Il tempo stringe, la Brexit incombe e il calcio inglese rischia di perdere il suo ruolo di leader nel calcio mondiale, con gli altri campionati pronti a fare razzia dei suoi migliori esuberi.