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    Menagramo e untore, ma ribadisco: il Napoli vincerà lo scudetto, anche se perde con l'Inter

    Menagramo e untore, ma ribadisco: il Napoli vincerà lo scudetto, anche se perde con l'Inter

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Sono rimasto particolarmente stupito - per non dire altro - dalle reazioni che il mio ultimo pezzo sul campionato prossimo venturo ha suscitato nei lettori di Calciomercato.com. La mia serenità e consapevolezza non saranno certo intaccate dagli insulti che d’abitudine mi vengono riservati, ma questa volta mi è parso di cogliere una novità: il mio pronostico sul Napoli pressochè sicuro vincitore dello scudetto, non solo si trasformerebbe in un boomerang, una sorta di esito all’incontrario, ma sarebbe il pronostico di un menagramo appetto al quale non basta sciorinare una buona dose di scongiuri.

    Mi chiedo: ma davvero nel 2023 c’è ancora qualcuno che mi può accusare di essere una sorta di untore? Ora, a parte che la maggior parte delle volte, il pronostico lo azzecco e, se lo sbaglio, è perchè li faccio e, soprattutto, perchè il calcio è un gioco imprevedibile, davvero ci voleva un massimo pensatore per sostenere che una squadra con otto punti di vantaggio sulla seconda, dieci sulla terza, undici sulle quarte ragionevolmente ha già vinto lo scudetto?

    Io credo che - come diceva il grandissimo e compianto Giuseppe Pistilli, prima firma del Corriere dello Sport-Stadio - un pronostico del genere potesse farlo anche il garzone della mia macelleria. Quindi, chi si sorprende, o è irrimediabilemte ignorante o è pericolosamente in malafede. Purtroppo per i sottoindicati c’è anche una terza possibilità: appartenere al medioevo della ragione e credere ancora alla stregoneria.

    Ribadisco, dunque, che ove mai - ed è tutto da dimostrare - questa sera il Napoli perdesse a San Siro al cospetto dell’Inter, nulla sarebbe compromesso. Intanto perché Milan (a meno otto) e Juve (a meno dieci) dovrebbero rispondere con due successi in trasferta (a Salerno e a Cremona) e poi perché ll vantaggio (cinque punti sui rossoneri e sette sugli juventini) sarebbe più che rassicurante. Anzi, di qui alla fine del girone d’andata (quattro partite in tutto) il Napoli avrebbe la concreta possibilità di ricomporre l’attuale vantaggio.

    Purtroppo per tutti noi, c’è un altro elemento che si è innestato nella vigilia  di Inter-Napoli ed è la designazione dell’arbitro Sozza della sezione di Seregno, ma milanese a tutti gli effetti. Secondo alcuni maestri del pensiero liquido questo sarebbe il segnale che il Nord potente e vorace vuole scippare uno scudetto meritatissimo al Napoli. Tra essi, con mia somma sorpresa, c’è anche Roberto Saviano, scrittore di mafie e camorre, alla ricerca di consenso momentaneamente (mi auguro per lui) smarrito. Tuttavia il tema vittimista è smentito da chi, come me, da due anni spera vivamente che il Napoli vinca lo scudetto, non foss’altro per Luciano Spalletti, un altro per il quale mi sono preso del perdente patentato e divoratore di pronostici.

    Sono veneto della provincia di Padova, ho vissuto per lavoro a Roma, a Milano e a Torino. Ma i colleghi che settimanalmente mi intervistano sono tutti napoletani che lavorano per radio e televisioni che si occupano di Napoli. Non credo che loro mi considerino un nordista ottuso. Quanto, piuttosto, un giornalista intellettualmente onesto che dice sempre (anche a Sky dove collaboro) quello che pensa.

    E quanto a onestà intellettuale ribadisco che non credevo nel Napoli ad inizio di stagione, ma sono stato conquistato partita dopo partita, prestazione dopo prestazione, prova di forza dopo prova di forza. Non c’è arbitro che tenga o complotto che condizioni. Anzi, il Napoli vincitore dello scudetto, dopo Inter e Milan, non può che far bene al sistema proprio per sancire la competitività di tutti, in un momento in cui un club (la Juve) è sospettata di averla adulterata falsando bilanci e mercato.

    Stia tranquillo, dunque, Saviano che, forse, era troppo piccolo nel 1990 per ricordare la pagliacciata di Alemao che trafugò uno scudetto al Milan (direttore sportivo del Napoli un certo Luciano Moggi). Questa volta è tutta questione di tecnica, corsa, agonismo, contrasti, resistenza, creatività. 

    Anche di determinazione, naturalmente. L’Inter ne ha di più, perché disperatamente protesa verso una rincorsa impossibile. Ma non ha Brovozic e la serenità nella testa del Napoli. Furore contro freddezza. E i più freddi sono i napoletani.         

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