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    Melo: 'Senza calcio, sarei un assassino'

    Melo: 'Senza calcio, sarei un assassino'

    Felipe Melo, centrocampista dell'Inter, intervistato da Sky si confessa e, parlando di sè, rivela: "Se non fossi diventato un calciatore sarei diventato un assassino perchè vivevo in una delle favelas più pericolose, girava droga e armi, ho lasciato quella vita per andare a lavorare, inseguire un sogno. Dopo il Flamengo è arrivato il Cruzeiro dove ho vinto il Triplete, che in Brasile è una cosa pazzesca. Avevo solo 17 anni e per me era tutto nuovo, una squadra nuova, una città nuova".

    SULL'INTER E MANCINI - "Mancini mi ha fatto vincere al Galatasaray, mi ha portato a Milano e ora ho un rapporto incredibile con lui, tanto rispetto e lo ringrazio per avermi voluto all'Inter - aggiunge Melo -. Il calo che abbiamo avuto all'Inter è normale, tanta gente nuova, vincere subito al primo anno è difficile ma ci vuole pazienza in generale. Dopo il calo siamo tornati, abbiamo ricominciato a vincere e questo è già un segnale. Sono venuto qui per vincere e riportare l'Inter in Europa, ma il vero obiettivo è tornare in Champions. Abbiamo già fatto meglio dell'anno scorso ma i conti li faremo alla fine. Qualcuno mi ha guardato male quando sono arrivato ma ora hanno capito tutti che ho il cuore nerazzurro ed è bello vedere che la gente in giro ti tratta bene. L'unico errore che ho fatto è stato il rigore causato contro la Lazio, sono umano e ci può stare. L'espulsione? Non ho visto arrivare il giocatore, ho fatto un salto per non fargli male quindi non ho visto la cattiveria di cui si è parlato. Volevo vincere, volevo aiutare a segnare e invece ho fatto un fallo. Tre giornate poi sono state immeritate. Nella gara contro il Milan mi hanno ammonito per un fallo su Balotelli che non c'era, ormai mi hanno inquadrato così. Sono molto felice qui, una squadra che ho voluto fortemente. Ho firmato per 3 anni, siamo già migliorati rispetto all'anno scorso, penso davvero che il margine di miglioramento l'anno prossimo sarà grande. Con Felipe Melo in campo abbiamo perso qualche partita ma abbiamo vinto tanto e siamo in lotta per la Champions. Il mio procuratore ha incontrato la società, io sono felice qua e non ci sono problemi, voglio restare qua".

    LA RETTIFICA - Melo, sulla propria pagina Facebook rettifica il contenuto dell'intervista concessa a Sky Sport: "So che alcune persone devono essere rimaste scioccate delle mie dichiarazioni riguardo al fatto che se ne fossi un giocatore sarei un assassino, ma mi spiego. Ho concesso un'intervista a un mezzo di stampa italiano, parlando in italiano e, in quel momento, non trovavo la parola nella lingua. In realtà volevo dire che se non fossi un giocatore sarei potuto restare invischiato nel mondo del crimine, perché le occasioni positive in una comunità come quella di São Gonçalo, dove vivevo quando giocavo nel Flamengo, non sono molte, ma non avrei mai il coraggio di uccidere qualcuno. Di certo non sarei un assassino. Ho sempre rispettato il mio corpo e arrivo a 32 anni giocando ad alti livelli. Sono felice di essere titolare in una squadra come l'Inter e non permetterò che questa cosa rovini il mio momento. Ma non do colpe al canale, perché sono stato io a esprimermi in maniera sbagliata. Non mi piace mai perdere, ecco perché la mia voglia e la mia determinazione in campo, ma sono un bravo ragazzo, che ama sua moglie e i suoi quattro figli. Di certo l'essere competitivo mi ha portato a questa grande vittoria nella vita personale e professionale".
     

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