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    Più forte di Donnarumma: il Napoli con Meret ha preso il portiere del futuro

    Più forte di Donnarumma: il Napoli con Meret ha preso il portiere del futuro

    • Furio Zara
    Il Napoli si è assicurato il portiere non solo del futuro, ma anche del presente. Alex Meret, 21 anni, 13 presenze in A con la Spal, la fama di predestinato ad accompagnare una carriera che ha avuto una progressione graduale, lineare, equilibrata. Cresciuto nel settore giovanile dell’Udinese, un’apparizione in Coppa Italia ancora giovanissimo, il campionato di B - vinto - difendendo la porta della Spal a solo vent’anni e poi la serie A, sempre a Ferrara. I preparatori dei portieri che hanno lavorato con lui dicono che Alex sia - dal punto di vista tecnico - il portiere più completo della sua generazione, il migliore, più forte anche di Gigio Donnarumma. Assicurano - a partire da Cristiano Scalabrelli (che l’ha avuto alla Spal) - che «Meret abbia ampi margini di miglioramento. Non ha ancora fatto vedere tutto il suo potenziale». La sua forza è la capacità di rimanere sempre «dentro» la partita. Nonostante la giovane età ha una personalità già formata, che gli consente di guidare con polso e autorevolezza il reparto difensivo. Come molti ragazzi della sua età è cresciuto nel mito di Gigi Buffon (tra l’altro Alex nasce come tifoso juventino), ma se dobbiamo pensare ad un portiere già affermato a cui può somigliare allora indichiamo Handanovic. L’essenzialità prima di tutto. Il senso del piazzamento. La reattività tra i pali. E’ meno esplosivo di Donnarumma, ma anche meno incline all’errore: Alex riesce ad «isolarsi» durante la partita, in una bolla di tranquillità. 
    A proposito: Meret è un bravo giocatore di scacchi, appena può passa del tempo tra cavalli e regine, tra strategie e mosse per lo scacco al re. Dice che questo lo aiuta molto anche in partita: dalla sua postazione privilegiata, incastonato nel riquadro della porta, segue gli sviluppi del gioco, immagina che piega prenderà l’azione offensiva degli avversari e prova ad «anticipare» le mosse di chi andrà al tiro. Nella sua prima stagione in A, Meret ha avuto un rendimento costante, senza mai incappare in giornate particolarmente storte. Eppure è stata una stagione non semplice, soprattutto perché iniziata in infermeria, con un problema muscolare che l’ha tenuto fermo da agosto a dicembre. Dopo uno stand by in panchina all’inizio dell’anno (con il compagno Gomis che ben stava figurando), a febbraio Semplici l’ha lanciato e da allora Meret non si è più tolto i guanti: 13 partite da titolare fino a fine aprile, quando un nuovo infortunio (stavolta alla spalla) l’ha costretto a chiudere anzitempo il campionato. 16 i gol subiti, ma in 4 partite su 13 Meret ha mantenuto inviolata la sua porta. La sua bravura- fin dagli inizi di carriera - non è sfuggita ai ct delle nazionali azzurre. Meret ha fatto tutta la trafila nelle giovanili, si è fermato solo alla soglia dell’Under 21 (gli è stato preferito Donnarumma), ma è stato apprezzato dai vari ct che si sono dati il cambio sulla panchina dell’Italia: da Prandelli a Conte (affiancato come portiere nel pre-raduno Europeo del 2016) fino a Ventura (prima convocazione vera nel marzo 2017), tutti l’hanno chiamato per uno stage. La massima autorità in materia, DinoMito Zoff, di Meret ha detto: «Ha le qualità per primeggiare». Napoli è il palcoscenico che merita. La sua carriera non può che prendere il volo.

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