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Medicina, padre dona un polmone al figlio: primo trapianto tra viventi
Potrebbe sembrare una puntata di Dr. House ma parliamo di una storia vera, con il donatore del bambino interpretato da suo padre, il quale prima di donare il lobo polmonare aveva già dato in precedenza il suo midollo.
La notizia è stata riportata da Agi.it, specificando che il precedente trapianto di midollo non era andato a buon fine per via della malattia da trapianto contro l’ospite, per cui le cellule del donatore non vengono riconosciute dall’organismo. Il bambino ha accusato di conseguenza un grave problema respiratorio, portando padre e figlio a sottoporsi a una nuova operazione, ancora più rischiosa.
I due sono attualmente ricoverati al Papa Giovanni XXIII in prognosi riservata. Agi.it ha riportato i dettagli della difficile operazione: l’intervento è stato attuato da Michele Colledan, per una durata complessiva di 11 ore, lasso di tempo in cui è stato possibile preparare il bambino a ricevere il lobo polmonare del padre. L’intervento è stato autorizzato in via speciale dal CNT, il Centro Nazionale Trapianti.
Il direttore del centro, Massimo Cardillo, ha affermato a Tgcom24: “L'utilizzo del lobo polmonare del papà del bambino, già donatore del midollo, costituisce un importante vantaggio immunologico: i precedenti in Europa sono rarissimi e sporadici. L'auspicio è che la donazione di questo papà a suo figlio porti a un successo completo del trapianto e, pur nella sua eccezionalità, possa convincere ulteriormente i cittadini dell'importanza della donazione degli organi e in particolare dia una spinta positiva ai trapianti, sia da donatore deceduto che da vivente: in Italia ci sono molti pazienti in attesa e il fabbisogno non è ancora del tutto soddisfatto”.
Infine, Cardillo ci ha tenuto a sottolineare l’importanza dell’operazione in una città come Bergamo: “Trovo altamente simbolico che a realizzarlo sia stato il Centro trapianti della città simbolo della lotta al Covid, un vero e proprio 'trapianto di respiro' dopo un lungo periodo di emergenza per il Servizio sanitario e per tutto il Paese”.