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    Mazzarri: 'Watford come Napoli. Inter? Con Moratti eravamo secondi...'

    Mazzarri: 'Watford come Napoli. Inter? Con Moratti eravamo secondi...'

    Walter Mazzarri riparte dalla Premier League, l'ex tecnico di Livorno, Reggina, Sampdoria, Napoli e Inter sta sorprendendo tutta l'Inghilterra con il suo Watford e racconta i primi mesi british a Il Corriere dello Sport: "Vita non molto diversa da quella di Napoli o di Milano. Cambia solo il clima, in modo repentino anche: da una giornata bellissima si passa alla pioggia in un attimo. Siamo sempre bagnati, qui. Casa e campo. Abito a venti minuti dal centro sportivo, arrivo la mattina e lavoro fino alle 6 o le 7 del pomeriggio. Come a Napoli e a Milano, appunto. Quando fai il mio mestiere, il posto, la città incide poco".

    PUNTO DELLA CARRIERA - "Dopo l'Inter mi sono fermato per riflettere, per capire e ripartire. Non penso mai allo stato della carriera, non posso dire se Watford è un punto d'arrivo o di ripartenza, non lo so. Non mi pongo il problema. Quando ero alla Samp, pensavo solo a far bene in quella società, così come prima col Livorno, la Reggina e dopo col Napoli e l'Inter".

    PERCHE' IL WATFORD - "Per almeno cinque ragioni. La prima: con Pozzo avevo avuto tre o quattro contatti negli anni passati, ma per un motivo o l'altro non eravamo mai riusciti a lavorare insieme, è un presidente italiano che ha le mie stesse idee sul calcio. Cercavo un programma condiviso fra tecnico e società e qui l'ho trovato. Posso dire che proprio dalla Premier League avevo avuto un paio di richieste da club più prestigiosi, ma io volevo il programma, non solo la panchina, volevo lavorare come piace a me. La seconda: in Italia non avevo più nulla da dimostrare a me stesso. La terza: come conseguenza avevo bisogno di trovare nuovi stimoli. La quarta: quando in Champions League ho incontrato il Chelsea e il Manchester City, sono rimasto affascinato, anzi folgorato, dall'ambiente degli stadi inglesi, dal clima che si vive prima e durante la gara. A ogni partita del Watford mi sembra di giocare in Champions per la scarica di adrenalina. La quinta: oggi la Premier è il campionato più importante al mondo, quello con maggiore visibilità, e se fai bene qui puoi andare ovunque".

    WATFORD COME NAPOLI - Non vedo il Watford come un passo indietro? Non lo è. Ho già detto che il calcio inglese è il top del pianeta e qui ci sono grandi allenatori con cui mi posso confrontare. Da un punto di vista calcistico, questa è una situazione simile a quella di Napoli. Io sono arrivato nel 2009, il Napoli era tornato in Serie A nel 2007, dovevamo ricostruire e siamo cresciuti insieme, la squadra ed io. Dovevamo iniziare un ciclo, come qui a Watford. Per questo ho firmato un contratto triennale. A Napoli i risultati più importanti sono arrivati dopo la prima stagione. Qui per il momento sta andando tutto bene: nella sua storia, il Watford non aveva mai avuto una partenza così lanciata".

    INTER - "Non voglio fare polemica, non mi interessa. Ma quello che posso dire, riguardo all'Inter, è che tutto è cambiato con la cessione della società. Io sono stato ingaggiato da Moratti dopo il 9° posto della stagione precedente e con lui eravamo secondi in classifica, prima del passaggio del club avvenuto durante la stagione. Alla fine siamo arrivati comunque al 5° posto. E' palese che dopo la cessione della società la situazione si è complicata. Esonero de Boer? Non sta a me dire perché è stato esonerato. Noi italiani abbiamo un'ottima scuola a Coverciano, sul piano tattico il nostro livello è eccellente. Auguro tutto il bene possibile a Pioli".

    JUVE E ANTI JUVE - "Il passato recente è chiaro, la Juventus ha vinto gli ultimi 5 campionati, quindi è più avanti. E in estate ha investito ancora, acquistando uno dei più forti centravanti al mondo. Poi si sa, il calcio riserva sempre delle sorprese. Roma e Napoli? Due belle squadre, giocano bene, anche se confesso che non vedo molte partite della Serie A, sono concentrato sulla Premier".

    PREMIER - "Lo spirito è fantastico. Dico così perché è anche il mio spirito, non mi piace arrendermi mai e fino all'ultimo secondo è battaglia. Col Napoli vincevamo spesso nel finale delle partite. Come gioco, l'arrivo di allenatori di Paesi diversi e tutti molto preparati ha portato a un miglioramento generale. Il resto lo ha fatto la nuova e ricca ripartizione dei diritti televisivi: tutte le squadre della Premier si sono rinforzate. Chi vince? L'elenco delle candidate è lungo: Manchester City, United, Chelsea, Tottenham, Liverpool e Arsenal. Non c'è in tutta Europa un campionato più incerto di quello inglese. Le due di Manchester in difficoltà? Cominciamo dallo United: se un anno fa anche un allenatore come van Gaal ha avuto dei problemi, vuol dire che serve un lavoro fatto in profondità e col tempo Mourinho sistemerà ogni cosa. Il City ha avuto qualche piccola battuta d'arresto, ma niente di eclatante. Mou e Guardiola hanno dimostrato sul campo, nel corso della loro carriera, cosa sono capaci di fare. E poi sono passate appena 11 giornate, è presto per ogni considerazione definitiva. L'esempio della Juventus nella Serie A dell'anno scorso può essere sufficiente: era a metà classifica e ha vinto lo scudetto. Anche Conte può vincere? Se alleni il Chelsea sei per forza tra i candidati. La qualità dei Blues è notevole e anche l'allenatore è bravo".

    OBIETTIVI - "Il presidente è stato molto chiaro, prima di tutto la salvezza. La squadra è tornata in Premier l'anno scorso e per le neopromosse il primo anno di solito non va male, perché la squadra è carica e va a mille. E' il secondo quello più difficile, ma per ora i giocatori stanno rispondendo bene. Questo campionato è particolare, ci sono tante candidate al titolo e tante altre che, pur essendosi rinforzate molto, lotteranno per la salvezza. Il caso del Newcastle della stagione scorsa è lampante. Noi abbiamo fatto il mercato in ritardo, i rinforzi sono arrivati alla terza giornata e il calendario, all'inizio, è stato terribile per noi: Southampton, Chelsea, Arsenal, West Ham e Manchester United nelle prime cinque giornate. Siamo ottavi, con 15 punti in 11 partite. Alla vigilia era impensabile mettere insieme così tanti risultati. La mia sfida? Fare bene nel Watford. Noi come il Leicester di Ranieri? Io sogno poco, però non mi pongo mai dei limiti. Non è facile sovvertire le forze del calcio inglese, ci vuole tempo e io sono qui per fare del Watford una squadra forte".

    INGLESE - "Me la cavo bene. La mia insegnante dice che non ho problemi, ma io sono un perfezionista, ho paura di sbagliare e quando vado in sala stampa, con conferenze lunghe come in Italia, preferisco farmi tradurre perché voglio che i miei concetti siano chiari. Con i giocatori, invece, parlo già in inglese".

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