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    Timossi: Mazzarri 'Voglio la Premier'

    Timossi: Mazzarri 'Voglio la Premier'

    Io sto con Mazzarri, tanto vale dirlo subito. La storia raccontata la settimana scorsa sul nostro amato Charuto ha fatto un po’ di rumore. A noi evidentemente la cosa ha fatto piacere, all’ex allenatore dell’Inter probabilmente no. Sono cose che succedono se hai un carattere riservato. E il tecnico di San Vincenzo ha un carattere (molto) riservato. La storia è questa: Walter Mazzarri ha un contratto con l’Inter fino al giugno prossimo, viene pagato e bene e ha deciso di utilizzare questo anno sabatico per fare qualcosa che non aveva mai fatto prima. Ha deciso di imparare la lingua inglese. Così ha parlato con il suo amico Antonio Finco, giornalista, scrittore,  attento conoscitore dei magnifici segreti della grappa di Bassano e della lingua inglese. “Vorrei andare in Inghilterra, studiare davvero l’inglese e magari aumentare le opportunità di trovare un lavoro gratificante”. Il primo viaggio in primavera, poi la decisione di prendere casa in affitto a Manchester e di affidarsi alle lezioni del professore che insegna inglese ai giovani atleti stranieri, soprattutto a quelli che approdano all’Accademia del City. 

    Nella città che era il cuore industriale dell’Impero, Mazzarri non ha troppi contatti con altri italiani e si fa gli affari suoi, nel senso che non dà fastidio a nessuno: studia, va a vedere le partite, spesso raggiunge Liverpool, che dista da Manchester una ventina di minuti. Nei prossimi giorni andrà anche agli allenamenti dei Reds, perché il neo allenatore Klopp stimava il tecnico italiano già dai tempi del Napoli. Così i due si sono sentiti e l’invito è arrivato spontaneo.  

    La storia è questa, ed è stata ignorata per alcuni mesi. Poi, quando è uscita su calciomercato.com, ha creato reazioni piuttosto differenti. C’è chi l’ha ripresa con solare correttezza come Gazzetta.it (merci) e chi ha preferito fare ironia, piuttosto a buon mercato. 

    Per esempio: possibile che un uomo di 54 anni, con uno stipendio fino a giugno 2016 di 3,5 milioni netti a stagione, vada in Inghilterra come un qualsiasi studente dell’Erasmus, come un “ragazzo alla pari”? E certo che sarebbe possibile, anche se l’amico Finco precisa che Mazzarri (purtroppo, aggiungiamo noi) non vive con una famiglia inglese, ma alla fine ha deciso di affittare un appartamento tutto per sé. Pazienza, va bene lo stesso, un po’ di privacy si può capire alla sua età. 

    Quello che invece non riusciamo a capire, noi della banda del “Charuto”, è perché a Mazzarri non si possa dire semplicemente bravo, “hai fatto una cosa ganza”. 

    Mazzarri non è un mio amico, lo avrò incontrato un paio di volte e neppure l’ho mai intervistato. Non so se sia simpatico, neppure saprei dire cosa significa essere simpatici e quanto sia indispensabile esserlo, soprattutto per allenare giocatori e non giornalisti. 

    Mazzarri è cresciuto con Renzo Ulivieri, mi pare fosse il suo vice a Bologna. E di “Renzaccio” deve aver preso la sacrosanta attitudine a far rispettare i diritti di chi lavora. Ora, direte voi, questo del “Charuto” ci vuol far credere che Mazzarri è pure un “compagno”, uno che tutela il diritto degli allenatori di guadagnare 3,5 milioni netti a stagione. Non esageriamo, ma certo lo stipendio di Mazzarri non danneggia nessuno, se non le casse del “padrone” Thohir. E in questo mondo di partite IVA, di diritti lavorativi negati a tutte le età, di contrattini capestro, io sto con Mazzarri. Probabilmente lui vuole solo andare ad allenare in Premier, ma il messaggio che lancia andrebbe seguito: ragazzi, imparate bene l’inglese e cercate sempre di farvi pagare per quello che è il vostro reale valore lavorativo. Credo che proverò a seguire l’esempio.  

    Giampiero Timossi

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