Mazzarri: 'Napoli è casa. Bollito? Insegno qualsiasi modulo. Osimhen come Cavani, lo scudetto...'
IL NUOVO NAPOLI - "È la squadra più forte che io abbia mai allenato. Devo stare attento a come parlo perché sono famoso per come mi lamento. Non sono stanco (ride, ndr). Ho visto il capolavoro fatto con Spalletti, qualcosa di bellissimo da vedere da fuori. Un bellissimo calcio, ragazzi che giocavano bene. Un piacere vederli. Uno che ha fatto l'allenatore per 23 anni spera di poter allenare questi ragazzi e quando mi ha chiamato il presidente De Laurentiis ne sono stato contento".
DOPO LO SCUDETTO - "Ho vinto una Coppa Italia qui e ho visto cosa è successo. Ho detto ai ragazzi che una squadra che non è abituata a vincere gli scudetti è fisiologico pagasse qualcosa. Anche inconsciamente, i particolari fanno la differenza. Ho studiato tanto, voglio aggiornarmi e c'è stato un cambiamento in questo calcio. Sono venuto per far sì che con la mia esperienza gli farò capire i pericoli. Non dobbiamo sottovalutare niente. Questo è il mio vero compito".
DE LAURENTIIS - "C'è stato un equivoco con De Laureniis nei primi due anni successivi alla mia partenza. Poi abbiamo chiarito, c'è un rapporto importante tra noi e ci diamo del 'tu'".
PRIME SENSAZIONI - "Ho visto Anguissa solo oggi per la prima volta, non ho potuto fare granché. A quei pochi con cui ho potuto parlare ho detto che sono qui a vigilare sui particolari. Giochiamo ogni tre giorni, in ritiro capirò meglio se quello che ho percepito è la realtà del futuro".
OSIMHEN - "Ho avuto la sensazione di un ragazzo veramente stupendo. È molto solare, un generoso, che al di là del successo personale gli interessa vincere con la squadra. Sta rientrando, sono contento, sarò più preciso tra un po' più di tempo quando lo vivrò di più".
CENTRAVANTI - "Non mi piace dare vantaggio agli avversari. Raspadori e Simeone hanno caratteristiche diverse, il primo è più tecnico, il secondo più vicino a Osimhen. Le mie valutazioni saranno in base a chi è più fresco, in base all'avversario. Ma voglio avere vantaggi per noi e non voglio darne ad un grande allenatore come Gasperini".
CAMBIAMENTI - "Io bollito? Se è buono lo mangio anche io (ride, ndr). Non rispondo a chi mi dice queste cose, sono troppo esperto. Ero considerato e sono considerato uno che può fare diversi moduli. Credo di poter insegnare qualsiasi modulo, poi di partita in partita deciderò come giocare. Chiaro che una squadra che ha dato spettacolo in tutta Europa è provare a farla giocare come sapeva giocare. Poi quando sarò padrone della situazione lo vedrete di partita in partita come giocherò. Intensità della squadra differente? Sono arrivato da poco e ho potuto fare partitine da 10 minuti. Se subentro a un allenatore con curriculum e carriera non lo critico. Non mi permetterei mai di criticarlo. Dobbiamo aspettare e lavorerò con Pondrelli".
PARTITE DIFFICILI - "Sono partite importanti le prossime. Mi sono trovato sempre bene quando mi sono buttato senza pensare alle conseguenze. Quando mi chiamò De Laurentiis sono venuto. Avevo delle partite proibitive anche nel 2009, Fiorentina, Milan, Juventus. Se mi fossi posto il problema a quei tempi non sarei venuto al Napoli. La situazione oggi è più o meno simile. Se è andata bene quella volta si spera che andrà bene anche questa".
DI PARTITA IN PARTITA - "Quando entri in un momento così delicato non puoi darti obiettivi. La prossima partita bisogna giocarla alla morte, poi dopo i 90 minuti si pensa alla prossima. Si devono affrontare di volta in volta gli eventuali problemi che ci sono nella squadra. Per me è come una raccolta dati: dopo l'Atalanta capirò ancora meglio questa squadra. L'ho vista solo in televisione".
SCUDETTO - "Se non si comincia a rivincere cosa pensiamo allo scudetto? L'ultima è stata persa, siamo a 10 punti dalla vetta. Non ha senso fare proclami. Pensiamo all'Atalanta, a vincere. Poi si vedrà di volta in volta".
OSIMHEN E CAVANI - "Visti da fuori sono simili. Ho visto Osimhen in tv, ci ho parlato poco. Sapete, le squadre devono avere un feeling con un allenatore perché quando lo hai corri anche per lui. Cavani lo avevo voluto, allenato, migliorato. Gli dicevo di rientrare e lo facevo. Osimhen mi dà la stessa sensazione".
NAPOLI PER MAZZARRI - "Per me Napoli è casa. L'altro giorno il presidente mi ha fatto vedere il film sullo scudetto che uscirà e mi sono venuti i brividi, la pelle d'oca. Non ho parole, sono entusiasta di essere qui. Da quando sono andato via in Toscana i napoletani che ho incontrato mi hanno sempre dimostrato affetto. A quei tempi arrivare secondi penso sia stata una bella cosa, mi prendo i meriti. La grande sscalata del Napoli è partita da me. Poi loro sono stati bravi a migliorare. Il Maradona è uno stadio importante, la piazza è grande, qui ci ha giocato Maradona. Napoli è una grande piazza e da quando c'è il presidente è rispettata in tutta Europa. È una soddisfazione ma anche una responsabilità".
MODULO - "Se voi prendete un centrale delle mie vecchie squadre, toglievo un centrale passando al 4-3-3, abbassando Behrami davanti la difesa così come oggi Lobotka. Un allenatore come me ha sempre fatto risultati e se non avevo giocatori veloci, avevo bisogno di una protezione sulla profondità. Non è mai stato un problema il 4-3-3".
L'ADDIO NEL 2013 - "Quando decisi che era finito il mio ciclo mi chiesi se mai sarei tornato. Pensai una volta che se non fossero stati passi in avanti negli acquisti che sarebbe stato difficile continuare e migliorare".
KVARA-LAVEZZI - "In quanto a posizione siamo lì. Lavezzi non rientrava come Kvara, è un calcio diverso, un modulo diverso, non riesco a paragonarli. Per caratteristiche sono simili, ma non riesco a fare un paragone come Osimhen e Cavani".