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    Mazzarri: 'Inter, il tempo è galantuomo'

    Mazzarri: 'Inter, il tempo è galantuomo'

    La rivincita di Walter Mazzarri. L'allenatore italiano del Watford (ex Inter, Napoli e Sampdoria) ha dichiarato in un'intervista al Corriere della Sera: "L'esonero in nerazzurro, il primo della carriera, è stato difficile da digerire? Ero dispiaciuto per non aver avuto potuto concludere il ciclo che avevamo avviato, riportando l'Inter in Europa. C'era il rammarico di non aver potuto completare il lavoro, ecco. Quello sì. Ma sono abituato a guardare avanti. E l'ho fatto da subito. Dopo di me tutti hanno fatto fatica a Milano, nonostante campagne acquisti più significative? Le esperienze aiutano a crescere, tutte. Ma il tempo è galantuomo, mettiamola così. De Boer è in crisi? Quando una società sceglie un allenatore dovrebbe farlo in maniera convinta. Dargli il tempo giusto per esprimere le proprie idee di calcio. Non mi riconosco nelle etichette di antipatico e lamentoso. Ho avuto la forza e anche un po' la presunzione di fregarmene. Sono autocritico, ma sempre orgoglioso di quel che faccio, nel bene e nel male. Il caso Icardi? Sono stato l'allenatore di Mauro e all'epoca si è comportato bene. Era un giovane che abbiamo aiutato a crescere, parlavo con lui quasi tutti i giorni. E ci ha regalato soddisfazioni". 

    IN INGHILTERRA - "La Premier è un campionato affascinante. Il progetto della famiglia Pozzo al Watford mi è piaciuto subito, posso condividere con il presidente il mio modo di fare calcio, provare a far crescere il gruppo e togliermi qualche soddisfazione. La quotidianità qui è più vicina al mio modo di essere: il rigore, il rispetto delle regole, l'ordine. Nella vita come nel calcio, si parte dalle regole per vincere. In Premier è difficile individuare dopo 8, 9 giornate chi vincerà il titolo. C'è competitività ma anche maggiore cultura calcistica. Sto ancora imparando l’inglese, ma in campo i giocatori mi capiscono bene. E conta questo. Per i discorsi a tu per tu ho un ragazzo italiano che vive qui da 25 anni che mi aiuta. Il cibo? Continuo a mangiare pesce anche qui, basta conoscere i posti giusti. In Italia saltavo il pranzo, qui ho imparato a mangiare lo yogurt con il miele. Un passo avanti, no?". 

    SERIE A - "La Juventus vincerà il sesto scudetto di fila? Probabile. Ogni anno costruiscono la squadra per vincere il titolo. Hanno storia, soldi ed esperienza. E a livello tecnico sono i più forti. Il mio Napoli in Champions? Fu un percorso avvincente, un salto di qualità anche inatteso. Il Napoli oggi è un club con un progetto importante, ma inevitabilmente diverso da quello della Juventus. L'idea è quella di restare competitivi, attestarsi nelle zone alte della classifica. Datemi una squadra con venti Hamsik e vinco tutto! Come tipologia di giocatore è il top. Ha un'intelligenza tattica straordinaria. La salvezza della Reggina, il ritorno in A del Livorno, la Samp in Europa e il Napoli in Champions non le considero medaglie, piuttosto tappe professionali". 

    MOURINHO - "Scontato dire la vittoria contro il Manchester United, ma non è esattamente così. La soddisfazione più importante non è la vittoria in sé, ma quello che lascio ai giocatori. Capita ancora di sentirli, mi gratifica molto. Mourinho al mio arrivo all'Inter mi fece auguri e complimenti. Poi ogni tanto è capitato di incontrarci e scambiarci pareri. Dopo la partita ci siamo confrontati su diverse cose. Questa è la cultura calcistica che mi piace". 
     

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