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Mazzarri: 'So perchè non ci danno rigori'
Sulla stagione: "L'Inter di Mazzarri non si è vista solo in questa serie di vittorie, ma si è vista anche all'inizio della stagione l'Inter di Mazzarri, solo che poi è mancata la continuità di risultati".
Su Jonathan in Nazionale: "Per me se Jonathan andasse in Nazionale sarebbe una vittoria. Per come aveva finito la stagione scorsa farlo rendere così è un orgoglio, considerando che era inviso anche al nostro pubblico alla fine della scorsa annata”.
Sul suo libro "Il Meglio deve ancora venire": "Nel calcio ho fatto tutti i ruoli possibili e credo di aver un bagaglio di esperienza tale di poter gestire al meglio tutti i ruoli dello staff, anche quello da presidente. Qui in studio c'è Tombolini e a lui devo un record: sono il primo ad essere stato multato per aver fumato in panchina, tutto questo grazie a lui in un Reggina-Udinese".
Sul rappporto con Frustalupi: "Lui è la mia vittima. Lui mi dà una grande mano e facciamo tutto insieme e quando dobbiamo sistemare qualcosa in campo lo facciamo insieme. La TV distorce la mia immagine, quando non sono in tv, non dovendo recitare un ruolo, viene fuori la mia vera indole e quelli che non mi conoscono si stupiscono. Devo ringraziare mio padre per avermi trasmesso il valore dell'umiltà, del lavoro e del rispetto. Sia io che mio fratello abbiamo utilizzato questi valori per diventare quello che siamo ora".
Sulle differenze tra l'Inter e il suo Napoli: "L'unica differenza è la lingua, con il presidente Thohir. Io con tutti i presidenti ho sempre avuto un ottimo rapporto e questo rende più facile allenare la squadra e mantenere la serenità. Quest'anno è stato un anno particolare, so benissimo che la gente vuole vincere subito, però deve capire la situazione".
Sui rigori: "Credo che gli arbitri adesso abbiano tanta pressione addosso quando arbitrano l'Inter e possono farsi troppe domande prima di fischiare un rigore. Può essere che gli arbitri giovani sentano molto questa pressione".
Sul caso Guarin: "Se hai un progetto tattico definito e lo sai trasmettere, a livello di gestione i ragazzi sanno che sono sempre presente. Lo ho trattato come tutti gli altri, dandogli fiducia e cercando di farlo crescere per dare una mano alla squadra".
Sulla scelta di fare l'allenatore: "Io non ero fatto per fare il giocatore perché ho voglia di interagire a modo mio nello spogliatoio e questo corrisponde al mio attuale ruolo. Chi può essere un allenatore? Cambiasso. Già lo fa. Lui aiuta moltissimo a trasmettere le idee che l'allenatore vuole infondere nel gruppo".
Su Balotelli: "Ha delle qualità indiscutibili. Non posso giudicare quanto sia professionista perché non lo ho mai allenato, ma credo che bisogna stare più tempo dietro a lui per rassicurarlo e infondergli tranquillità".