Mazzarri-De Laurentiis, fatti l'uno per l'altro
Facciamo un primo bilancio della stagione. In campionato il Napoli ha concluso il girone d’andata al settimo posto, a nove punti dalla zona Champions. In Champions siamo approdati agli ottavi superando il girone unanimemente considerato il più ostico. In Coppa Italia ci giochiamo i quarti di finale contro l’Inter. A mio avviso bilancio più che soddisfacente. Il cammino zoppicante in campionato è ampiamente compensato dall’impresa europea. Certo, chi immaginava o sognava di vincere lo scudetto oggi si starà mordendo le mani. Ma quella parola a noi tanto cara non è mai stata pronunciata né dal presidente né dall’allenatore. E, soprattutto, De Laurentiis è stato chiaro nel fissare gli obiettivi: priorità alla Champions e un posto nei primi cinque in campionato.
Poiché non mi sono mai illuso sulle chance di scudetto, non posso certo definirmi deluso dal Napoli. Ma andiamo al punto di oggi, e cioè le parole di Mazzarri. Parole, e lo sappiamo tutti, che lui ha sempre pronunciato. Anche in interviste ad autorevoli quotidiani (ne ricordo una a Repubblica). Il perché oggi abbiano suscitato tanto clamore per certi versi è un mistero. Ma fino a un certo punto, ovviamente. Mazzarri, che sta alla comunicazione come Tyson al pattinaggio, è parso voler mettere le mani avanti. Invece di incassare le critiche e ammettere che in campionato qualcosa non è andato per il verso giusto, è andato in freva (non c’è frase più idonea) e si è difeso a modo suo: attaccando. E ha indubbiamente sbagliato. Nella forma, secondo me, non nella sostanza. E lo sappiamo tutti. Del resto basta rispondere a una domanda semplice semplice: secondo voi questo Napoli con un altro allenatore farebbe meglio? Sfido chiunque a dirlo. La verità è che Mazzarri è il miglior allenatore per questa squadra e per questa società. E De Laurentiis lo sa bene. Ha dei grandi limiti, il nostro allenatore. Altrimenti non starebbe qui. Sarebbe a Milano, o sulla panca della Juventus, o su quella della Roma (e mai ci andrà). Ma ha grandi meriti: è un signor motivatore, in genere raggiunge gli obiettivi prefissati, valorizza il parco calciatori e accetta più o meno supinamente le decisioni della società sul mercato. In una parola, è perfetto per De Laurentiis. Il presidente, a dispetto delle pagliacciate di cui ogni tanto si rende protagonista, è assennato come pochi. Sa bene come si gestisce un’azienda. Sa perfettamente quando è il momento di pungolare e quando di tirare i remi in barca. Senza mai perdere di vista l’unico obiettivo della sua esistenza: il denaro e il patrimonio. E questa è la nostra fortuna. Il Napoli, per i soldi investiti, sta facendo miracoli. E secondo me ancora altri ne farà. I due stanno litigando da un po’. Come ho già scritto, non è un bello spettacolo. Ma è la cifra, anche stilistica, del nostro duo. Kramer e Kramer (che una famiglia comunque la stanno portando avanti) non passeranno alla storia per l’eleganza, né per il modo sopraffino di stare a tavola, né tantomeno per il portamento. Non hanno un eloquio da seduttori né un portamento alla Tom Ford, ma i risultati li raggiungono. Magari sporcandosi il muso quando stanno a tavola, e sbagliando cravatte, per dirla alla Paolo Conte. Ma poi, nel clamore della festa, tutto viene dimenticato.