Mauri e Breno:| Casi giudiziari che agitano la Lazio
È la settimana di Yilmaz ed Ederson, ma di fronte al carcere la Lazio non può che fermarsi e restare in attesa. Due i casi in questione, quelli di Breno e Mauri: il primo inizia oggi in Germania la battaglia legale per evitare di finire al fresco, il secondo ha per venerdì a Brescia il primo snodo per tornare in libertà. Per ora a Formello si punta su entrambi, il brasiliano è il difensore giovane (22 anni) e di talento scelto per rinforzare il reparto, mentre Mauri è stato il protagonista assoluto (dal gol nel derby al calcioscommesse) della stagione appena chiusa. Chiaro che sulle loro storie ci sia grande attenzione.
Per la firma di Breno sul quinquennale da 1,5 milioni a stagione serve tempo e una pena lieve, se non proprio un'assoluzione. Il brasiliano rischia addirittura 15 anni di galera per un attimo di follia. Il 20 settembre 2011 va a fuoco casa Breno, una mega villa a Gruenwald, il quartiere 'chic' di Monaco di Baviera: un milione di danni e grande pericolo per la vita della moglie e dei tre figli del brasiliano. Secondo i pm tedeschi il rogo è colpa del difensore del Bayern - a Roma già ribattezzato 'Nerone' - che, infortunato da tanto e costretto a rioperarsi, 'inizia a bere, entra nella sua casa, versa ovunque benzina e fa divampare l'incendio', secondo la ricostruzione di Bild. Solo dopo si rende conto, ma la frittata è fatta. L'accusa è di incendio doloso, si inizia oggi a dibattere nelle aule del tribunale di Monaco. Il primo grado finisce il 10 luglio: se va male, la detenzione fa saltare l'affare con la Lazio; se va bene, come sperano a Formello, Breno prende meno di due anni, la condizionale e vola a Roma per firmare con la Lazio.
Di altra natura le noie giudiziarie di Stefano Mauri, arrestato il 28 maggio per associazione a delinquere dopo l'indagine della procura di Cremona sullo scandalo scommesse. Da lunedì scorso il laziale è a Monza, ai domiciliari nella casa dei genitori, e venerdì i suoi legali saranno davanti al tribunale del Riesame di Brescia dopo aver chiesto l'impugnazione della misura detentiva: il giudice non entra nel merito e non calcola la frode sportiva, considera solo il reato penale e potrebbe confermare, cancellare o ridimensionare la misura cautelare. Un messaggio anche per il procuratore della Figc, Stefano Palazzi.