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    Matuidi: 'Juve, favoloso all inclusive. PSG? Non mi dispiace, su Dybala e Buffon...' VIDEO

    Matuidi: 'Juve, favoloso all inclusive. PSG? Non mi dispiace, su Dybala e Buffon...' VIDEO

    Blaise Matuidi è stato il colpo a centrocampo della Juve.  Approdato dal Paris Saint-Germain durante le ultime settimane della scorsa estate. Il francese, dal ritiro della Nazionale, si è raccontato a Le Figaro, così: "La mia nuova vita? Mi piace. In tutta onestà, non mi aspettavo di essere così a mio agio fin dall'inizio. Di solito, da ultimo arrivato, in un altro paese, occorre un minimo di tempo di adattamento. Personalmente, mi sono subito adattato a Torino e integrato nella Juve. All'arrivo, sono stato aiutato in tutto ed è stato fantastico. Questo club ha il “tutto incluso”. Se sono a mio agio nella vita di tutti i giorni, lo sono anche in campo, perciò tutto è stato fatto per facilitare la mia integrazione e quella della mia famiglia. Mi hanno aiutato per trovare una casa, per le lezioni italiane con un insegnante privato, per la scuola internazionale per i bambini, ci consigliano i posti dove andare... Tutto è fatto per adattarsi in modo meraviglioso".
     
    L'IMPRESSIONE - "Cosa mi ha impressionato? Due cose completamente diverse: in primo luogo, la sala dei trofei, con 33 titoli di campionato, 2 coppe dei campioni... Quando la si visita, ti riempie gli occhi! È eccezionale, è bellissima. Non sai nemmeno se c'è ancora spazio per mettere un nuovo trofeo. Lo troveremo comunque... E poi, c'è anche il carico di lavoro. Impressionante. In generale, io mi riposo un po' tra gli allenamenti, ma non è di casa, qui. Basta trascorrere una settimana per capire perché la Juve ottiene risultati (6 titoli di campionato in fila e 2 finali di Champions League in 3 anni). Il personale è numeroso, ognuno conosce perfettamente il proprio compito. È clinico, chirurgico, e niente è lasciato al caso. Non c'è spazio per chi non ha voglia, in questo club. La sua reputazione del rigore non è usurpata, lo posso ben dire.. Al mio arrivo mi hanno raccontato dei francesi che avevano segnato la storia del club, Platini, Zidane, Trezeguet, Deschamps o Henry. Prima di venire qui, avevo discusso con Evra e Pogba, che me ne avevano parlato molto bene. È un'istituzione carica di storia e i miei connazionali hanno fatto cose molto buone. Spero a mia volta, di lasciare il segno e di entrare nella storia della Juve".

    AGNELLI E BUFFON - "Il presidente è molto vicino ai giocatori. È giovane, sempre presente a tutte le partite, al nostro seguito e molto appassionato. Quando sono arrivato, ha avuto parole molto gentili, mi ha colpito. Si capisce che conosce bene il calcio. Nello spogliatoio con Buffon. È meraviglioso! Non lo conoscevo personalmente prima di venire qui. In effetti, vi faccio una confidenza, guardo l'uomo prima del giocatore. Un grande calciatore può anche essere un grande uomo e lui è esattamente così. Il massimo della classe. Mi ha accolto alla grande, mi ha messo a mio agio subito. Quando ho firmato, è stato uno dei primi a inviarmi un messaggio per darmi il benvenuto. È "Gigi", una leggenda. Lascerà il segno nella storia del calcio e spero che riesca a disputare un ultimo mondiale nel 2018. Quando lo vedi ogni giorno, capisci perché è così longevo. Ho parlato dei minimi dettagli mai lasciati al caso: beh, lui è il simbolo perfetto di questo. Si rimette in discussione ogni giorno, trova sempre delle soluzioni per la squadra perché è un leader. Nello spogliatoio c’è il mondo, si parlano tutte le lingue, italiano, spagnolo, inglese, francese. A volte, le mischio e col mio accento i ragazzi hanno difficoltà a capirmi. È uno spogliatoio aperto. Poi, ci sono francofoni come Miralem Pjanic (ex giocatore di Metz e Lione), Mehdi Benatia (ex Marsiglia), con cui posso comunicare più facilmente".

    DYBALA - "È eccezionale in tutto ciò che fa. È un ragazzo di 23 anni che è ricco di talento, riesce in quasi tutto, andrà molto lontano. Molto in alto. Ha assunto il ruolo di leader tecnico alla Juve, è grandioso".

    RIMPIANTI - "La Juve può crescere ancora. Anche io, attraverso il lavoro e le prestazioni domenicali. Voglio ripagarli della fiducia che hanno riposto in me. Non mi dispiace aver lasciato il Psg. Al contrario. Sono molto felice perché sono arrivato ad un'età (30 anni, ed) in cui ho bisogno di vivere un'esperienza al di fuori del mio paese. Mi serve come calciatore, come uomo e padre. Questa avventura all’estero, per me e i miei figli può essere un arricchimento. A casa cominciamo a parlare in inglese, talvolta in italiano... Sono entusiasta. Sono felice a Torino, in questo grande club, e spero di rimanerci per molti anni. La vita è bella. Sono in Nazionale e per me è un onore. Gli anni passano, si invecchia e i giovani spingono: lavoro affinché l’ultima stagione arrivi il più tardi possibile". 
     

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