Getty Images
Matthews, mago del dribbling e primo Pallone d'Oro: fedeltà alla maglia invece dei titoli. La promessa al padre...
THE WIZARD OF THE DRIBBLE - Uno dei più grandi calciatori britannici di sempre – perché questo è stato Stanley Matthews – nasce in un sobborgo di Stoke-on-Trent durante la Grande guerra, il 1° febbraio 1915. La sua gioventù la passa giocando per lo Stoke City sino a quando scoppia la Seconda guerra mondiale e si arruola nella Royal Air Force con base a Blackpool. Per lo Stoke Matthews firma il suo primo contratto da professionista nel 1932 e nel 1934 esordisce in Nazionale segnando pure il suo primo gol. Come detto, però, nel 1939 la guerra ferma il calcio, il mondo ha altro a cui pensare. La carriera di Matthews si arresta proprio negli anni che per un calciatore sono i più importanti. Ha 24 anni quando smette di giocare, ne ha 30 quando, terminata la guerra, riprende la sua carriera, sempre nello Stoke City. Matthews dopo la guerra riprende da dove a aveva smesso: dal dribbling magico, dal controllo sull'avversario e dalla facilità irrisoria con la quale scartava ubriacando gli avversari. Scatti repentini, rapidissimi cambi di direzione, queste la principali qualità di Matthews che non sarà stato un goleador, ma in fatto di spettacolo e di assist ai compagni non è secondo a nessuno. Il pubblico va allo stadio per vedere lui, per godere dello spettacolo che con certezza offrirà Stanley Matthews. Nel 1938 è lo stesso Matthews che chiede allo Stoke di lasciarlo andare, ma il pubblico dello Stoke, il “suo” pubblico, la sua gente manifesta con così tanta passione da convincerlo a restare. E resterà Matthews allo Stoke anche dopo la tragica parentesi della guerra per l'ultima stagione. Dissapori con l'allenatore convincono Matthews che è tempo di cambiare aria, chiede di essere ceduto, la società non si oppone. Nel maggio del 1947 il trentaduenne Matthews per 11.500 sterline diventa un giocatore del Blackpool.
PALLONE D'ORO - Con i tangerines gioca per ben 14 anni sino all'età di 46 anni. Quelli che sarebbero dovuti essere gli ultimi anni di carriera si riveleranno essere i più esaltanti. Nel 1948 Matthews vince la prima edizione del FootballWriters' Association Footballer of the Year, che è il premio che la stampa sportiva assegna al miglior calciatore del campionato inglese. Nello stesso anno raggiunge la finale di FA Cup, ma a Wembley a vincere è il Manchester United, così come nel 1951 ne perderà un'altra contro il Newcastle. Non vince molto Matthews nella sua carriera. Non gioca per squadre di livello alto e ogni successo lo deve conquistare con volontà e talento. Ecco, ci vuole davvero talento a far sì che una partita dove il centravanti della tua squadra segna tre delle quattro reti diventi per sempre la “tua” partita. Matthews ci riesce. Siamo nel 1953, finale di FA Cup, Blackpool contro Bolton. Matthews ha 38 anni e sta ancora cercando di mantenere una promessa fatta al padre in punto di morte, di riuscire ad alzare al cielo la FA Cup. Il Bolton sta vincendo 3 a 1 e manca poco più di una ventina di minuti alla fine. Matthews sente l'incitamento del suo pubblico, parte in velocità, salta il suo marcatore, crossa in mezzo, il portiere sbaglia l'uscita alta e Mortensen non può far altro che metterla dentro. Ora i Tangerines ci credono e la speranza diventa concreta realtà quando all'89° Mortensen segna la sua tripletta direttamente su punizione e rimette tutto in parità: 3-3. Mortensen ha segnato una tripletta in finale di FA Cup, mica qualcosa che capita tutti gli anni, anzi, a dirla tutta non è mai capitata, eppure quella partita non passerà alla storia come la “sua” partita, bensì sarà per sempre la partita di Matthews. È il 90°, l'arbitro sta quasi per fischiare la fine dopo una manciata di secondi di recupero, tutti ormai sono proiettati ai supplementari, tutti forse tranne un solo giocatore. Matthews ci prova ancora sulla fascia, danza sul pallone davanti al suo avversario sbilanciandolo, crossa in mezzo ma il portiere riesce a rinviare in qualche modo. La palla torna a Matthews, questa volta entra in area di rigore, dribbla secco l'avversario e dal fondo la mette in mezzo dove Perry segna l'incredibile 4 a 3 finale. Matthews assieme a tutta la squadra del Blackpool viene premiato direttamente dalla Regina Elisabetta II che per la prima volta assiste ad un incontro di football. La carriera di Matthews procede spedita, compie 40 anni ed è ancora lì a fare la differenza nel Blackpool tanto che nel 1956 quando la rivista francese France Football istituisce il premio del Pallone d'Oro per premiare il miglior calciatore europeo della stagione, questo viene vinto proprio da Stanley Matthews, che diventa così il primo calciatore a vincere questo trofeo.
L'ADDIO DI SIR MATTHEWS - L'anno successivo la vittoria del Pallone d'Oro Matthews il 15 maggio 1957 gioca la sua ultima partita con la maglia della Nazionale inglese. Con la nazionale dell'Inghilterra smette all'età di 42 anni e 103 giorni, dopo quasi 23 anni dall'esordio, segnando altri due primati nella sua carriera. Nel 1961, dopo le ultime tribolate stagioni, lascia il Blackpool ma è ancora presto per appendere gli scarpini al chiodo e così torna a casa, torna a giocare per lo Stoke City che nel intanto è scivolato in seconda divisione. Il talento di Matthews, che nel frattempo ha compiuto la bella età di 46 anni, basta nel giro di un paio di stagioni a riportare lo Stoke in First Division prima e in finale di Coppa di Lega poi, persa però quest'ultima contro il Leicester. Matthews continua a giocare divertendo e divertendosi. Siamo, però, ai titoli di coda di una carriera leggendaria. C'è ancora tempo però per due prestigiosi traguardi. La Regina Elisabetta II nel 1965 lo insignisce del titolo di Cavaliere dell'Ordine dell'Impero Britannico, ed è la prima volta che un tale onore spetta ad un calciatore. Sir Matthews pensa bene di festeggiare questa importante onorificenza mettendo a segno un altro record, prima del ritiro. Pochi giorni dopo aver festeggiato il suo cinquantesimo compleanno Matthews gioca la sua ultima partita in First Division diventando così il primo e unico calciatore ad aver giocato nel massimo campionato a 50 anni. È la partita numero 701, adesso per sir Matthews è giunto davvero tempo di appendere gli scarpini al chiodo.
(Alessandro Bassi è anche su http://storiedifootballperduto.blogspot.it/)