Matteo Sereni condannato per abuso su minori
Sconfitto non in campo, bensì in una partita ben più amara nell'aula di un tribunale, a Tempio Pausania. Matteo Sereni ha perso la battaglia legale che l'ha visto protagonista negli ultimi mesi, venendo condannato a 3 anni e 6 mesi di carcere, nonchè alla perdita della patria potestà su suoi due figli. L'accusa era tremenda: abuso su minori. La bambina in questione era sua figlia. E a rivolgere tale accusa è Silvia Cantoro, sua ex moglie nonché suo procuratore ai tempi in cui erano sposati e lui era un calciatore.
L'ex portiere di (fra le altre) Lazio, Torino, Sampdoria si dice "sconvolto": avrebbe "perso la fiducia nella Giustizia" e, dice, quel che lo mantiene vivo è "sapere che i miei figli conoscono la verità". I suoi legali avanzano forti dubbi perché l'accusa è arrivata dalla ex moglie durante una "asperrima separazione coniugale" e perchè "persino la bambina, più volte registrata dalla madre, ha successivamente ammesso che le accuse al padre non erano vere". Gli avvocati si appelleranno; quelli della controparte, invece, dicono che "la Giustizia fatta non ripagherà i minori per gli eventuali danni psicologici".
Oggi 40enne, Sereni ha chiuso la carriera nel 2011 con la maglia del Brescia; lui e la moglie Silvia, coppia nella vita e sul lavoro, belli e famosi, finivano spesso sulle copertine dei rotocalchi, e lei era diventata rappresentante anche di alcuni colleghi dell'allora marito (come il compagno e capitano al Torino, David Di Michele). Poi, la rottura e la fine, che più aspra e triste non avrebbe potuto essere.