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    Materazzi: 'Più volte ho provato a portare De Rossi all'Inter. Ha tre armi per tenersi la Roma'

    Materazzi: 'Più volte ho provato a portare De Rossi all'Inter. Ha tre armi per tenersi la Roma'

    L'ex difensore e bandiera dell'Inter e della Nazionale, Marco Materazzi, è stato intervistato dalla Gazzetta dello Sport presentando la sfida Roma-Inter e raccontando alcuni retroscena legati all'ex compagno in Azzurro Daniele De Rossi, oggi allenatore dei giallorossi.

    LA PRIMA DA RIVALI - "Quando De Rossi incrociò per la prima volta l’Inter finì 0-0. Aveva vent’anni e io dieci di più, gli feci i complimenti e una battuta: “Mi raccomando, picchia tutti..."

    SIMILI - "Almeno in una cosa siamo stati simili, io e Daniele: l’amore totale per la nostra squadra. E dunque uguali nel darle sempre tutto. Anche negli errori? Certo, infatti al Mondiale 2006, quando si prese quattro giornate per quel cazzotto, fui il primo a difenderlo: sapevo come si sentiva. E dedicai anche a lui il gol alla Repubblica Ceca".

    LO SFOTTO' ALLA ROMA - LA t-shirt “Nun è successo”? Non la prese bene, succede quando sei tifoso, prima ancora che giocatore, della tua squadra: io avrei fatto lo stesso".

    LO VOLEVO ALL'INTER - "Sa quante volte gli ho detto “Dai, vieni all’Inter”? Lui sorrideva e mi rispondeva sempre la stessa cosa: “Marco, se lascio Roma, devo lasciare le due cose che amo di più: mia figlia Gaia e la Roma”. Amore assoluto, fedeltà assoluta".

    SOGNO - "Credo che a Trigoria non ci sia uomo più felice di lui, in questi giorni. E io sono felice per lui, almeno quanto mi dispiace per José Mourinho che sia finita com’è finita. Allenare la Roma era il suo grande sogno: adesso non più. Lui ha tre armi. La forza dell’entusiasmo: sa come trascinare e portare i giocatori dalla sua parte, come motivare. Lo faceva anche da compagno di squadra. La forza della conoscenza: “era un allenatore già quando giocava” è una frase fatta, ma lui ha vent’anni di calcio alle spalle e nessuno ha vissuto Roma, Trigoria e quello spogliatoio come lui. La forza dell’intelligenza: uno dei calciatori più intelligenti che ho incrociato. L’ha dimostrato, se serviva, anche da poco, dicendo una cosa vera e bellissima sull’Inter: per tutti è la più forte, ma in pochi sottolineano, o ammettono, che è la squadra che gioca meglio".

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