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    Mateo Retegui e l'importanza dello scouting: perché la Nazionale lo ha notato prima dei club di Serie A?

    Mateo Retegui e l'importanza dello scouting: perché la Nazionale lo ha notato prima dei club di Serie A?

    • Renato Maisani
      Renato Maisani
    Mateo Retegui è una sorpresa o bisognava attendersi un exploit del genere? La domanda circola da giorni, specialmente dopo la tripletta rifilata al Genoa dal centravanti che l'Atalanta ha preso per sostituire l'infortunato Scamacca e che per molti, molti tifosi nerazzurri in primis, rappresentava un "downgrade" rispetto al centravanti titolare nella scorsa stagione.

    E invece, nonostante una stagione iniziata con poche aspettative, mettendo assieme 7 goal in altrettante partite di campionato, Retegui si sta dimostrando uno dei migliori numeri 9 del nostro campionato.

    Quando poco più di un anno e mezzo fa il suo nome iniziò a circolare in chiave Nazionale, per tutti era uno sconosciuto. Un 23enne argentino sempre ignorato dalla Nazionale del suo Paese e che, dopo appena un'apparizione con il Boca Juniors, difendeva i colori del Tigre, non certo una big del calcio albiceleste. Ma Mancini aveva visto qualcosa in quel ragazzo capace di segnare 30 goal in 48 partite e aveva deciso di dargli una chance, spinto dalla carenza di attaccanti e seppur osteggiato dal sempre vasto schieramento "anti-oriundi".

    E invece Retegui, segnando sia nel match d'esordio contro l'Inghilterra sia in quello successivo contro Malta, aveva presto dimostrato come quella di Mancini non fosse affatto un'allucinazione e solo pochi mesi dopo era arrivato per lui il Genoa, bravo ad approfittare dell'inspiegabile scetticismo che ancora aleggiava attorno a quello che - di fatto - era diventato il numero 9 della Nazionale e a portarlo in Italia per 15 milioni di euro. La stagione in rossoblù (positiva, seppur non brillantissima in termini di goal), la convocazione per Euro 2024 e poi il trasferimento all'Atalanta sono state il preludio al definitivo 'boom' dell’attaccante italo-argentino.

    E il cerchio si è chiuso, almeno per ora, proprio contro il Genoa, con una tripletta che non lascia spazio ad interpretazioni, impreziosita da uno splendido assist e da una prestazione - l'ennesima - nella quale si è distinto anche per la sua infinità generosità. Proprio la generosità, quella dote che fin qui pareva essere la prevalente (e per alcuni l'unica) sembra adesso invece soltanto il fiore all'occhiello di un centravanti completo, prolifico e sì, indubbiamente utilissimo al gioco di squadra.

    Mancini ci aveva visto bene, dunque, e gli scout al servizio dall'ex commissario tecnico della Nazionale si sono rivelati assolutamente più bravi di quelli di molti club di Serie A. Perché se a notare Retegui al Tigre fosse stato un club italiano, portarlo in Italia ancor prima di vederlo indossare la maglia azzurra sarebbe costato molto meno. È così che i club dovrebbero muoversi per accrescere il valore del loro parco giocatori senza spese folli, è così che lo scouting (fatto bene) può rilanciare il calcio italiano.

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