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Marotta: 'Non è una ripicca. Basta provocazioni, salviamo il campionato'
"Recuperarla mercoledì o giovedì, rinviando le semifinali di Coppa Italia a maggio? Ufficialmente non abbiamo ricevuto nessuna proposta in questo senso, ma l'avremmo rispedita al mittente. Per ripicca? No, per tutela dell'uniformità. Era stata presa una decisione molto chiara, giovedì: si gioca a porte chiuse. E tutti si erano adeguati, per senso di responsabilità. Il cambiamento di sabato ha invece fatto saltare tutto per aria, creando un problema di calendario di difficilissima soluzione. Le porte chiuse erano l'unico strumento che avrebbe potuto garantire la regolarità del campionato. Altre strade non ne vedo. A questo punto, però, è uno strumento che non possiamo più usare, perché è stato delegittimato dalla decisione che la Lega ha preso senza consultarci, senza un confronto con consiglieri e assemblea, senza addurre motivazioni precise e creando una situazione di disagio, di squilibrio, di disparità tra i club interessati".
"Alternative da proporre? Ne parleremo mercoledì in assemblea, ma il campionato rischia veramente il collasso. Però sarà importante ritrovarci tutti assieme e avere la possibilità di discuterne, finalmente. Restano le partite condizionate dal provvedimento che il governo ha preso su Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, ma sarebbe un’incongruenza non validare le porte chiuse una settimana e validarle quella dopo. Sarebbe corretto mantenere la scansione temporale delle giornate, quindi dovrebbero avere la precedenza le partite rinviate la settimana scorsa. Giocare Juventus-Inter lunedì prossimo, anche se il giovedì c'è il Getafe in Europa League? Ne discuteremo dopodomani".
Secondo La Repubblica, nel consiglio di Lega che si è tenuto in conference call ieri mattina sono volate parole grosse tra la coppia interista Marotta-Antonello e quella istituzionale Dal Pino-De Siervo, presidente e ad della Lega: si è arrivati praticamente agli insulti, e a una frattura ben difficilmente ricomponibile.