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    Marotta, il magazziniere predestinato. Ecco il miglior dg della Serie A

    Marotta, il magazziniere predestinato. Ecco il miglior dg della Serie A

    • Tommaso Caccia
    Giuseppe Marotta, amministratore delegato e direttore generale della Juventus, è ad oggi il miglior dirigente della Serie A. Ma come ha fatto ad arrivare ai vertici del calcio italiano, aiutando e non poco i bianconeri a rialzarsi dopo lo scandalo Calciopoli con le sue operazioni di mercato studiate in ogni minimo dettaglio?

    PREDESTINATO - Oltre 30 anni di esperienza come dirigente per il 59enne: la sua carriera inizia prestissimo, nel 1978 a 19 anni, quando dirige il settore giovanile del Varese, sua città natale. A 29 anni è già presidente del club lombardo. L'ascesa di Marotta verso la Serie A prosegue a Monza per tre anni, altri tre a Como, due a Ravenna e cinque a Venezia durante i quali la squadra ottiene la promozione in A dopo 31 anni. È la svolta nella carriera del ds, che poi ricoprirà il medesimo ruolo all'Atalanta e alla Sampdoria, prima di passare alla Juventus nel 2010.

    PAROLA D'ORDINE: PARAMETRO ZERO - Quando vengono pronunciate le parole "parametro zero" il primo nome che salta alla mente è quello di Adriano Galliani, ad del Milan, ma anche Giuseppe Marotta ha un vero e proprio fiuto per questo tipo di operazioni, e Paul Pogba è solamente una (la più azzeccata) di queste. Nella Juventus con questo tipo di affari ha ingaggiato Andrea Pirlo, giocatore chiave per la risalita dei bianconeri, Fernando Llorente, Neto, Patrice Evra, Kingsley Coman, Sami Khedira e ultimo (per ora) Dani Alves, ancora da valutare. Ovviamente non tutte le operazioni sono state azzeccate, ma il solo Pogba giustifica quelle meno riuscite di Lucio, Ziegler e Pazienza. Il vizio di prendere grandi giocatori a prezzi molto bassi Marotta lo ha dai tempi della Sampdoria, nella quale dal 2002 al 2010 ha portato Palombo, Quagliarella, Castellazzi e un certo Cassano, rinato a Genova dove ha trascinato la squadra alla qualificazione in Champions League dopo l'esperienza fallimentare al Real Madrid.

    IL CALCIO NEL DNA - Ecco una curiosità su Marotta, che il calcio lo ha sempre e comunque avuto nel DNA: ha frequentato la facoltà di Giurisprudenza, non concludendo gli studi universitari, dando qualche esame prima di ritirarsi e dedicare tutto il suo tempo all'attività dirigenziale. Ma la sua passione per il calcio era già fortissima da bambino: "Avevo otto anni e facevo il magazziniere, beh, non esattamente il magazziniere. Diciamo il garzone, l’aiutante. Io sono nato dentro un campo di calcio, abitavo attaccato, di là dalla strada. Tornavo da scuola in bicicletta, andavo alla finestra e guardavo il campo e i giocatori. Volevo fare il giornalista o il calciatore o il dirigente. Volevo entrare dentro e restarci, nel campo. Uno dei magazzinieri si chiamava Angelino. Lo conoscevano tutti, lo salutavano tutti. Era il grande Angelino, quello che dava le maglie ai giocatori. Un pomeriggio entro, mi metto davanti alla porta dello spogliatoio e lo aspetto. Arriva, alto forte e serio. 'Angelino, posso vedere gli allenamenti?'. Mi squadra severo: 'Perché non sei andato a scuola?'. Sono andato, siamo usciti prima. E lui: 'Mah, siamo proprio sicuri? Va bene, poi però mi dai una mano a pulire le scarpe...'. Sì, Angelino. Io faccio tutto, ti aiuto a mettere via le maglie, i calzettoni e poi a gonfiare i palloni. E se mi dai la tuta della squadra faccio il raccattapalle... Mi diceva: 'Per la tuta, vediamo più avanti. Il pallone no, non lo puoi gonfiare, tu non hai il fiato, non ce la fai. Sei piccolo, hai capito?'". Piccolo sì, ma destinato a una carriera ricca di successi che lo ha portato a entrare nella storia della nuova Juventus, la Juventus dei cinque scudetti consecutivi firmata anche Giuseppe Marotta.

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