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Marotta e i rinvii: 'Senza Juve-Inter tutto questo non sarebbe successo. Non c'è stato confronto, ora c'è incongruenza'
SUL LUNEDì SERA - “Questo era un boccone avvelenato per voi della Rai, perché avete i diritti della Coppa Italia. Quando si propone di giocare il lunedì, si deve avere la certezza che le partite di Coppa Italia debbano essere rinviate. Non credo che la tv di Stato potesse mettere due partite importanti alla stessa ora, era una cosa impraticabile giocare lunedì”.
SUL RECUPERARLA IN SETTIMANA - “Quantomeno sappiamo che mercoledì ci troveremo tutti i club della Serie A e decideremo, cosa che non è stata fatta. La situazione è complicata, perché domenica prossima ci saranno altre cinque partite condizionate dal nuovo provvedimento che coinvolge Lombardia, Veneto, ed Emilia-Romagna. Se si giocasse a porte chiuse Inter-Sassuolo, ci opporremmo con la logica che ha visto non giocare quattro partite prima previste a porte chiuse. Questa è un'incongruenza. Il Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora ha ribadito l'autonomia della Lega Serie A, quindi c'è ancora di più un'incongruenza tra le decisioni di giovedì e il passo indietro repentino di sabato. Adesso lo strumento delle porte chiuse è l'unico che può aiutarci a portare avanti il campionato con regolarità, si fa fatica ad andare avanti in questa situazione di emergenza dettata dall'importanza di tutelare la salute dei cittadini che è la cosa più importante”.
ANCORA SU JUVE-INTER - “Se senza Juve-Inter sarebbe successo tutto questo? A mio giudizio no, si è parlato di uno spot negativo per il mondo ma ripeto, purtroppo lo strumento delle porte chiuse dà la possibilità di portare avanti il campionato. Altre strade non ne vedo, c'è una compressione di eventi dovuta anche alla partecipazione di alcuni club alle coppe europee e all'imminenza dei raduni delle Nazionali. Non si può giocare tante gare così compresse, a maggio rischieremmo di giocare nove partite. C'è rammarico per una decisione che non è stata condivisa, che potrebbe portare anche a decisioni drastiche. Il confronto era un atto dovuto in un momento delicato”.