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Marotta e Allegri: la Juve non ha fatto il salto di qualità, era più forte prima
REPARTO PER REPARTO, C'E' PIU' QUALITA'? - Sostenere che la squadra a disposizione di Allegri abbia più qualità rispetto a quella che nella scorsa stagione vinse scudetto e Coppa Italia, raggiungendo la finale di Champions League, significa sostenere che De Sciglio abbia più qualità di Dani Alves, o che Howedes (assente ieri sera) ne abbia più di Bonucci, soprattutto in fase di impostazione della manovra.
Passando al centrocampo, la Juve ha aggiunto freschezza e belle speranze con Bentancur, e corsa e dinamismo con Matuidi, ma non si può dire che abbia aggiunto qualità a un centrocampo in cui manca ancora un regista (ancor più necessario dopo l'uscita di Bonucci).
L'attacco è forse l'unico reparto nel quale possiamo dare parzialmente ragione a Marotta: Bernardeschi e Douglas Costa hanno sicuramente aggiunto qualità, ma il primo deve fare ancora molta esperienza (ieri ha esordito in Champions), mentre il secondo, come ha detto Allegri sabato dopo il match con il Chievo, deve ancora "capire il nostro calcio". E poi, non dimentichiamocelo, non è stato acquistato un cambio (Schick? Keita?) per un Higuain che in Europa, ad alti livelli, fatica terribilmente a dare quella caratteristica così tanto evocata da Marotta (e da Allegri): la qualità.
Se a tutto questo aggiungiamo che il blocco storico (Buffon, Barzagli, Chiellini, Lichtsteiner, Marchisio) ha un anno (e qualche acciacco) in più, con conseguente diminuzione (anche qui) della qualità di gioco, il quadro non può essere quello roseo descritto da Marotta. Tocca ad Allegri (come nella scorsa stagione con il 4-2-3-1) inventarsi qualcosa.