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Marotta: 'Bello vincere col Var. Buffon? Sarà difficile sostituirlo'
SUL TITOLO - "Sono sempre dei momenti straordinari nella propria esistenza, rimane dentro qualcosa che difficilmente si può dimenticare. Abbiamo avuto una nottata faticosa, con la trasferta e lo stress. Il postpartita è stato pesante ma quel peso è coinciso con la bellezza di un momento positivo. Credo che nello sport la società venga prima di tutto, non ho mai visto vincere una competizione da una squadra che non avesse alle spalle una società forte. E la nostra è una società forte, ha alle spalle la forza di una famiglia e noi questi sentimenti li trasmettiamo a tutti i giocatori".
SUL FUTURO - "Ottavo scudetto? Per vincerlo dovevamo vincere il settimo, quindi già questo è importante. Nel calcio si avvicendano giocatori, allenatori e dirigenti, ma non bisogna passare da un sentimento rivoluzionario, ma da un sentimento di evoluzione. I cambiamenti sono fisiologici in un mondo che brucia tutto velocemente.
SULLE CRITICHE - "Più ci attaccavamo, più noi ci caricavamo. La Juve ha una grande caratteristica, a livello mondiale: è la forza di resistere a tutte queste critiche eccessive, per non dire insulti".
SULLA CRESCITA - "Il primo anno è stato difficile, non avevo capito cosa significasse essere alla Juventus e con Andrea Agnelli ci siamo scambiati spesso questa valutazione. Prima di tutto c'è il senso di appartenenza, legato al fatto che la proprietà è la stessa da tantissimi anni. Attraverso la proprietà sono inculcate una cultura di lavoro e di grande rispetto e sacrificio, da cui derivano grandi obiettivi che devono essere raggiunti".
SULLE SECONDE SQUADRE - "Come avete saputo alcune leghe hanno protestato. Per me incomprensibile. Penso che le seconde squadre siano importnati per la crescita dei talenti, ma per lo spettacolo in generale e per le nostra Nazionali. Significa che quel gruppo di giocatori che ancora non è pronto per la prima squadra possono crescere accanto ai campioni nelle nostre strutture. Quindi è uno strumento indispensabile. Mi sorprendono quindi le proteste di talune categorie che dovrebbero tutelare il movimento calcistico, che potrebbe portare bene alla Nazionale e ai nostri talenti".
SUL VAR - "E' motivo di grande soddisfazione per noi, la Juve è sempre stata tacciata di aver 'rubato' i risultati. Il fatto che sia arrivato un mezzo tecnico che pur non essendo perfetto aiuta l'arbitro a ridurre il numero di errori ha portato ad una Juve comunque vincente. Il VAR deve essere però perfezionato, io estenderei il protocollo".
SULLA CHAMPIONS - "Non è che se non ti impegni in campionato ottieni risultati in Champions. Queste sono coincidenze. La differenza tra la Champions e il campionato è che la Champions è un torneo. Basta un episodio, un sorteggio sfortunato, un episodio arbitrale e sei eliminato. In campionato invece vince sempre la squadra più forte. Può esserci un errore, una serata no, ma alla fine le cose alla lunga vanno bene. In Champions invece può capitare che non arrivi con la squadra al massimo, o che l'arbitro veda un rigore che non c'è come ci è successo".
SULLA JUVENTUS WOMEN - "Esperienza positiva. Non ci aspettavamo di arrivare a questi livelli e adesso che ci giochiamo lo spareggio c'è il nostro supporto e la nostra vicinanza perché le ragazze possano coronare questa stagione assolutamente positiva anche in termini di emozioni che hanno dato ai nostri tifosi. Sono meno polemiche perché sono più attente nel protestare, vivono lo sport come divertimento, ma noi stiamo facendole diventare professioniste. Le abbiamo affiancate alle strutture che lavorano con la prima squadra maschile, poi c'è stata questa flessione, ma proviamo a centrare questo sogno".
SUL MERCATO - "Ci sistemeremo. Nel calcio maschile sicuramente, in quello femminile delego a Braghin, che sta facendo un ottimo lavoro"
SULLO STADIUM - "Allianz Stadium? Nel lessico calcistico si parla sempre di stadio come dodicesimo uomo e questa è la consacrazione. Sia perché il pubblico juventino è così caloroso, sia perché questo tipo di stadio ti dà un tipo di contatto diretto, fisico con i giocatori in campo. E i giocatori lo sentono".
ANCORA SULLO SCUDETTO - "La vittoria contro la Lazio, la sconfitta col Napoli - paradossalmente quella ci ha dato maggiore consapevolezza, perché ci siamo guardati dentro e abbiamo capito che volevamo vincere a tutti i costi - e soprattutto la vittoria contro l'Inter a San Siro, che è nata non per caso. La capacità di non mollare mai ci ha dato quella vittoria".
SULLA PORTA IMBATTUTA - "Sia Buffon che Szczesny sono due autentici campioni, di generazioni diverse. Le loro qualità si sono evidenziati anche grazie al resto della squadra, al centrocampo che ha saputo filtrare e alla difesa fra le migliori al mondo".
SULL'ADDIO DI BUFFON - "Intanto dobbiamo goderci il passato e il presente di un campione. Un campione è tale quando, andando via, lascia qualcosa di incancellabile dal punto di vista professionale e umano. Leader di sé stesso e della squadra, sarà difficile per noi trovare un sostituto, soprattutto come rappresentante di valori positivi".
SUI MERITI DI ALLEGRI - "Difficile andare a disquisire quanto è la percentuale da attribuire all'allenatore in un successo sportivo. Ma al di là di questo, Allegri ha dimostrato con i fatti di essere all'altezza della Juventus e ha portato dei risultati straordinari. Allegri è l'autista di questo gruppo. Accanto a lui c'è certamente una società che l'ha supportato in quelle che sono state le sue idee".