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    Marotta d'applausi, questa Inter non è più debole dell'anno scorso: ma ora chi resta fuori tra Correa, Dzeko e Lautaro?

    Marotta d'applausi, questa Inter non è più debole dell'anno scorso: ma ora chi resta fuori tra Correa, Dzeko e Lautaro?

    • Alberto Cerruti
      Alberto Cerruti
    Benvenuto a Joaquin, “Tucu”, Correa, ultimo acquisto della nuova Inter di Simone Inzaghi. Un grande acquisto, che conferma l’abilità di Beppe Marotta capace di reagire nel modo migliore al “tradimento” di Lukaku, che dopo aver garantito al nuovo allenatore tutto il suo appoggio per continuare a vincere con la maglia dell’Inter ha rapidamente cambiato idea e maglia, attratto dalle sterline del Chelsea che gli ha raddoppiato l’ingaggio. Riassumendo quindi: dopo gli addii di Conte, Hakimi e Lukaku, l’Inter riparte con Inzaghi, Calhanoglu, Dzeko, Dumfries e Correa appunto. Niente male per una squadra che tutti considerano più debole dell’anno scorso, alle spalle della favoritissima Juventus nei pronostici. A parte il fatto non trascurabile che l’Inter ha subito stravinto all’esordio, segnando quattro gol con altrettanti marcatori, senza incassarne nemmeno uno e dopo i primi 90’ di campionato è a più 2 sulla Juventus, grazie a quest’ultimo acquisto Inzaghi può contare su tre grandi attaccanti, il “vecchio” e ormai collaudatissimo Lautaro, più i nuovi Dzeko e Correa appunto.

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    La domanda allora sorge spontanea: siccome nessuno dei tre è abituato a fare la riserva, giocheranno tutti e tre insieme oppure uno dei tre andrà almeno inizialmente in panchina, in base al turnover legato a motivi fisici o tattici? E in questo caso, chi dei tre rischia di partire più degli altri dalla panchina? E’ vero che è sempre meglio avere problemi di abbondanza che di carenza di giocatori, ma paradossalmente questo potrebbe essere un rompicapo di difficile e definitiva soluzione per Inzaghi, che quindi dovrà dimostrare tutte le sue qualità di abile stratega, a livello psicologico oltre che tattico. Inzaghi nella Lazio ha sempre adottato il 3-5-2, che ha subito riproposto nella sua prima Inter, per la verità con una leggera correzione visto che Sensi contro il Genoa ha giocato alle spalle di Dzeko, in un 3-5-1-1. Con il ritorno di Lautaro, squalificato all’esordio, in teoria Correa potrebbe debuttare al suo fianco, partendo dalla sua posizione preferita sulla sinistra. Oppure, se non fosse considerato ancora pronto, potrebbe giocare Dzeko in coppia con Lautaro. Fin qui è tutto chiaro.

    Ma se Inzaghi volesse schierare contemporaneamente Lautaro, Correa e Dzeko, dovrebbe cambiare modulo, con due soluzioni diverse: un 3-4-3 con Dzeko centrale tra Lautaro e Correa, oppure un 3-4-1-2 con Dzeko più arretrato rispetto ai due argentini. Ciò significa, però, che in ogni caso alle loro spalle non ci sarebbe posto per i cinque presunti titolari: Dumfries, Barella, Brozovic, Calhanoglu e Perisic. E in questo caso rischierebbe di stare fuori il croato, che tra l’altro ha la rara capacità di entrare subito in partita, anche partendo dalla panchina. Comunque la si giri, l’Inter avrà sicuramente una soluzione in più e un giocatore molto importante come Correa che tra l’altro Inzaghi conosce bene e saprà utilizzare nel modo migliore, perché tra campionato e Champions gli impegni non mancheranno e il turnover sarà una risorsa preziosa. Meglio un attaccante in più che uno in meno, quindi, pensando ai problemi fisici di Sanchez, in attesa di un altro attaccante di scorta che potrebbe essere Scamacca, anche se non bisogna dimenticare che il primo punto di forza dell’Inter è la difesa, che per fortuna di Inzaghi è rimasta invariata. Davanti ad Handanovic, che deve fugare i dubbi suo conto emersi nella stagione scorsa, il trio Skriniar-De Vrij-Bastoni costituisce il reparto più forte della serie A, non a caso quello che ha incassato meno gol nel campionato dello scudetto. E quindi ben venga il problema dell’abbondanza davanti. Un piacevolissimo rompicapo che può confermare le grandi qualità di Inzaghi e soprattutto può fare le fortune della sua prima Inter. 

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