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    Marotta: 'Thuram-Lukaku? A volte serve cu*o. Rivoluzionai la Juve. All'Inter c'era mentalità perdente, così scelsi Conte'

    Marotta: 'Thuram-Lukaku? A volte serve cu*o. Rivoluzionai la Juve. All'Inter c'era mentalità perdente, così scelsi Conte'

    • Redazione CM
    L'amministratore delegato dell'InterBeppe Marotta, ha preso parola presso l'università Luiss di Roma ripercorrendo i suoi ultimi anni da dirigente, passando alla Juventus all'Inter. Ecco le parole riportate dall'Ansa.

    RIVOLUZIONE JUVE - "Quando nel 2010 arrivai alla Juventus i risultati non c’erano, dovetti procedere a una rivoluzione. Ho cambiato tutti i ruoli: dalla comunicazione ai magazzinieri".

    CACCIAI DEI CAMPIONI - "Avevamo anche in squadra una fila di campioni del mondo, ad esempio Camoranesi era nella lista di quelli che volevo mandare via, ma ero imbarazzato nel farlo. Per questo lo chiamai nel mio ufficio e gli chiesi cosa avrebbe fatto al posto mio. Lui mi rispose ‘mandare via me e tanti altri’. Ecco bisogna avere la forza di cambiare quando serve per arrivare a vincere".

    SPALLETTI E CONTE ALL'INTER - "Nel 2019, arrivato all’Inter sacrificai una figura come quella di Luciano Spalletti, che ritengo un bravo allenatore, ma che faceva parte del presente e del passato".

    CULTURA VINCENTE - "La cultura che c’era all'Inter non era vincente e ho sacrificato un allenatore come Spalletti per arrivare a Conte che conoscevo bene e che ci ha portato a vincere lo Scudetto al secondo anno".

    LUKAKU -THURAM - "Il mancato arrivo di Lukaku? Noi Thuram lo avremmo preso comunque. Se Lukaku avesse accettato ci saremmo trovati con lui, Lautaro e Thuram. Magari non ci sarebbe stata la stessa chimica che c'è oggi tra Marcus e Lautaro. Quindi, tradotto volgarmente, serve anche culo".

    INZAGHI - "Gestisce benissimo lo spogliatoio a livello umano, ottiene il massimo da tutti. Sembra un compagno di squadra delle volte, ma gode comunque di grande rispetto da parte dei giocatori. È cresciuto tanto. Tra l'altro c'è una cosa di cui si parla poco: lui, rispetto alla generazione degli Spalletti e dei Conte, ha dieci anni in meno di esperienza. Potrà fare ancora altra strada".

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