Oltre le colonne d'Ercole: Reconquista, immigrazione, perché per Hakimi e compagni Marocco-Spagna è speciale
Bounou, Ezzalzouli, El Yamiq, En-Nesyri: sono calciatori del Marocco che giocano tutti in Spagna. Un po’ come i giapponesi che si trasferiscono in massa in Germania, ma in questo caso la vicinanza dei due paesi, separati solamente dallo stretto di Gibilterra, favorisce particolarmente lo scambio di calciatori (unilaterale, dato il maggiore sviluppo delle leghe europee). E ha favorito anche la scrittura di pagine e pagine di libri di storia. Nonché di letteratura: il Cantar de mio Cid è ambientato proprio in tempo di guerra tra gli antenati di Spagna e Marocco.
DALLA GUERRA AL PALLONE – E’ infatti dal 711 dopo Cristo che i nordafricani e gli iberici sono in conflitto: il governatore Musa ibn Nusayr lanciò l’offensiva guidata da Tariq b. Ziyad, e le terre allora visigote di re Roderico caddero una dopo l’altra, nel giro di 7 anni. L’ultima fu Barcino, l’attuale Barcellona. Tutte, tranne le Asturie nel nord del paese, dalle quali nei secoli successivi partì la Reconquista. Sette anni per perdere i territori, sette secoli, più o meno, per riassumerne il pieno controllo. In questo lungo lasso di tempo, la cultura magrebina si è radicata nei territori spagnoli, chiamati dagli arabi Al-Andalus, da cui il nome dell’Andalusia, capoluogo Sevilla, dove gioca En-Nesyri, attaccante del Marocco che proverà a bucare la porta di Unai Simon. Che non è asturiano come l’ex bomber David Villa, ma essendo basco è comunque del nord.
QUANTI INCROCI – La presenza spagnola in Marocco è data dalle due Plazas de soberanìa più famose: Ceuta e Melilla, vere e proprie enclavi in territorio marocchino che fanno quasi da posti di blocco per evitare immigrazioni clandestine. Dal protettorato spagnolo in Maghreb (esistito dal 1912 al 1956) è partita l’ascesa di Francisco Franco, famigerato dittatore protagonista negli anni Trenta della Guerra Civile e aiutato dai Regulares, battaglioni marocchini all’interno dell’esercito spagnolo. La commistione tra i due paesi è fortissima.
COME ULISSE – Tiriamo in ballo anche la Divina Commedia: Ulisse racconta a Dante di come con la sua ciurma abbia oltrepassato le colonne d’Ercole, poste dal celebre eroe greco proprio sullo stretto di Gibilterra a segnalare il limite del mondo conosciuto. Ulisse va oltre, come stasera andrà oltre una fra Marocco e Spagna superando gli ottavi. Avrebbe potuto essere la partita di Brahim Diaz, il numero 10 del Milan che ha origini marocchine ma che ha scelto la Spagna con tutte le difficoltà di emergere in una nazionale così piena di talento. Sarà la partita di Achraf Hakimi, terzino destro ex Inter che probabilmente per il motivo speculare ha scelto invece il Marocco, pur avendo la cittadinanza spagnola: “Potevo benissimo giocare nella Spagna, ma non mi trovavo, non mi sentivo a casa. Sono anche stato due giorni al centro federale spagnolo ma non faceva per me. Ora sono contento di giocare nel Marocco”. Nusayr come En-Nesyri, Ziyad come Ziyech, Roderico come Rodri: non è così difficile vedere in questi incroci una sorta di ciclicità, come se il campo di battaglia si facesse campo da calcio per 90 minuti.
DALLA GUERRA AL PALLONE – E’ infatti dal 711 dopo Cristo che i nordafricani e gli iberici sono in conflitto: il governatore Musa ibn Nusayr lanciò l’offensiva guidata da Tariq b. Ziyad, e le terre allora visigote di re Roderico caddero una dopo l’altra, nel giro di 7 anni. L’ultima fu Barcino, l’attuale Barcellona. Tutte, tranne le Asturie nel nord del paese, dalle quali nei secoli successivi partì la Reconquista. Sette anni per perdere i territori, sette secoli, più o meno, per riassumerne il pieno controllo. In questo lungo lasso di tempo, la cultura magrebina si è radicata nei territori spagnoli, chiamati dagli arabi Al-Andalus, da cui il nome dell’Andalusia, capoluogo Sevilla, dove gioca En-Nesyri, attaccante del Marocco che proverà a bucare la porta di Unai Simon. Che non è asturiano come l’ex bomber David Villa, ma essendo basco è comunque del nord.
QUANTI INCROCI – La presenza spagnola in Marocco è data dalle due Plazas de soberanìa più famose: Ceuta e Melilla, vere e proprie enclavi in territorio marocchino che fanno quasi da posti di blocco per evitare immigrazioni clandestine. Dal protettorato spagnolo in Maghreb (esistito dal 1912 al 1956) è partita l’ascesa di Francisco Franco, famigerato dittatore protagonista negli anni Trenta della Guerra Civile e aiutato dai Regulares, battaglioni marocchini all’interno dell’esercito spagnolo. La commistione tra i due paesi è fortissima.
COME ULISSE – Tiriamo in ballo anche la Divina Commedia: Ulisse racconta a Dante di come con la sua ciurma abbia oltrepassato le colonne d’Ercole, poste dal celebre eroe greco proprio sullo stretto di Gibilterra a segnalare il limite del mondo conosciuto. Ulisse va oltre, come stasera andrà oltre una fra Marocco e Spagna superando gli ottavi. Avrebbe potuto essere la partita di Brahim Diaz, il numero 10 del Milan che ha origini marocchine ma che ha scelto la Spagna con tutte le difficoltà di emergere in una nazionale così piena di talento. Sarà la partita di Achraf Hakimi, terzino destro ex Inter che probabilmente per il motivo speculare ha scelto invece il Marocco, pur avendo la cittadinanza spagnola: “Potevo benissimo giocare nella Spagna, ma non mi trovavo, non mi sentivo a casa. Sono anche stato due giorni al centro federale spagnolo ma non faceva per me. Ora sono contento di giocare nel Marocco”. Nusayr come En-Nesyri, Ziyad come Ziyech, Roderico come Rodri: non è così difficile vedere in questi incroci una sorta di ciclicità, come se il campo di battaglia si facesse campo da calcio per 90 minuti.