Mario Sconcerti sull'Italia: 'Non possiamo fare a meno di Giuseppe Rossi. Verratti è un primo della classe'
"Molte le indicazioni di questa piccola partita. Prima di tutto l’infortunio a Montolivo perché ci toglie uno dei giocatori migliori. Poi il fatto che Sirigu si conferma un ottimo vice Buffon. Poi che la condizione fisica è leggera, perché siamo in fase di preparazione e perché in Italia si gioca ormai più lentamente. L’ultima notizia è un avvertimento.
Non è stata la partita per giudicare né Rossi né altri giocatori italiani. C’è stata in generale pochissima squadra, ancora una volta nessun tiro in porta, un’Italia sperimentale e divisa dagli schemi del campionato, metà basati sul possesso palla e metà sul contropiede. Il risultato è un gioco incompiuto che opprime gli attaccanti e non lascia spazio ai centrocampisti per inserirsi. Gli irlandesi stavano meglio fisicamente e giocavano tutti secondo la stessa linea tattica, dettata non dal loro allenatore, ma dal campionato da cui provengono. Difficile fare pagelle sincere.
Rossi ha fatto cose buone in appoggio e nient’altro. Sa giocare a calcio, ma attualmente non pesa. Uno così personalmente lo porterei sempre, ma non è da giudicare adesso. È solo da rischiare consapevolmente, nella coscienza che può solo migliorare. Verratti e Parolo sono giocatori diversi. Verratti è un primo della classe, ha difficoltà a giocare intorno agli altri, pretende il pallone. Parolo è un incursore sulla linea di Romulo e Candreva, ottimo giocatore, non centrocampista da palleggio fine. Aquilani è il più regolare, non fa mai grandi partite, non è mai il peggiore.
Io porterei Verratti che sarebbe però un altro piccolo rischio sommato a Rossi. Immobile è stato l’unico attaccante vero, non può essere in discussione. Cassano ha fatto l’uomo dei 30 minuti alla sua maniera, cioè quasi ottima. È un altro che andrà in Brasile. Darmian è un generoso, non un fenomeno. Bella corsa, piede duro, ma non mi sembra abbia avversari. Ma cercando le valutazioni sui singoli, ci siamo dimenticati la squadra. Quella vera contro la Spagna due mesi fa, questa abbozzata contro l’Irlanda, due soggetti sterili, poco brillanti, forse decisamente opachi.
L’esperienza racconta che a due settimane dal Mondiale l’Italia non è mai stata bella. Siamo da torneo, da combattimento. Le carenze fisiche dilatano i problemi tecnici. Non siamo mai stati quelli che dominano un Mondiale, giochiamo bene massimo due partite, poi stupiamo per il sacrificio. Quello non si può ancora pretendere. Per adesso c’è solo da fare gli auguri a Montolivo".