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Marino: 'Comportamento di Paratici aberrante, intervenga la Procura Federale. Cuadrado specialista del tuffo'
Non si è ancora placata la rabbia dell'Udinese per la sconfitta di domenica contro la Juventus e in particolare quella del direttore generale Pierpaolo Marino, molto critico soprattutto nei confronti del comportamento mantenuto dal dirigente avversario Fabio Paratici nel corso della partita.
"Premetto che io ho fatto l’arbitro per quasi 300 partite anche se ero giovanissimo e un po’ conosco la psicologia di come si va a dirigere le partite. Non mi era mai capitato di vedere delle proteste alla fine del primo tempo perché non era stato dato il recupero. Questo è stato uno strumento di pressione nei confronti dell’arbitro. Io ero li vicino e ho anche tranquillizzato l’arbitro perché era un fatto strumentale", ha dichiarato Marino al canale ufficiale dell'Udinese. Rincarando successivamente la dose: "Non è un discorso contro Paratici ma contro una mentalità: quella di andare a condizionare psicologicamente l’arbitro. Chi è sportivo non deve farlo, andare a condizionare l’arbitro durante una gara è aberrante. Il regolamento non permette a chi non è in elenco di sostare attorno alla panchina o al rettangolo di gioco. Anche il potere di Chiffi su coloro che non appaiono sulla distinta è limitato perché in questo caso è la Procura Federale che deve intervenire. Il direttore di gara può espellere o punire solo le persone che si trovano in panchina".
Infine Marino è tornato sull'episodio più controverso della partita, l'assegnazione della punizione dalla quale è poi nato il rigore trasformato da Cristiano Ronaldo, che ha dato il via alla rimonta della Juve: "Larsen non tocca l’avversario. Cuadrado è uno specialista del tuffo: lui arriva prima sul pallone e quando si accorge che l’avversario può toglierli la palla si tuffa. Inoltre, per influenzare l’arbitro fa finta di cadere con le mani sul pallone ma in realtà vuole condizionare l’arbitro per farsi dare una punizione. È una tattica che molti giocatori esperti usano. Questa per me è una punizione per l’Udinese per fallo di mano di Cuadrado. Dopo la pantomima dell’intervallo tutte le cose a metà sono state indirizzare a favore della Juventus".
"Premetto che io ho fatto l’arbitro per quasi 300 partite anche se ero giovanissimo e un po’ conosco la psicologia di come si va a dirigere le partite. Non mi era mai capitato di vedere delle proteste alla fine del primo tempo perché non era stato dato il recupero. Questo è stato uno strumento di pressione nei confronti dell’arbitro. Io ero li vicino e ho anche tranquillizzato l’arbitro perché era un fatto strumentale", ha dichiarato Marino al canale ufficiale dell'Udinese. Rincarando successivamente la dose: "Non è un discorso contro Paratici ma contro una mentalità: quella di andare a condizionare psicologicamente l’arbitro. Chi è sportivo non deve farlo, andare a condizionare l’arbitro durante una gara è aberrante. Il regolamento non permette a chi non è in elenco di sostare attorno alla panchina o al rettangolo di gioco. Anche il potere di Chiffi su coloro che non appaiono sulla distinta è limitato perché in questo caso è la Procura Federale che deve intervenire. Il direttore di gara può espellere o punire solo le persone che si trovano in panchina".
Infine Marino è tornato sull'episodio più controverso della partita, l'assegnazione della punizione dalla quale è poi nato il rigore trasformato da Cristiano Ronaldo, che ha dato il via alla rimonta della Juve: "Larsen non tocca l’avversario. Cuadrado è uno specialista del tuffo: lui arriva prima sul pallone e quando si accorge che l’avversario può toglierli la palla si tuffa. Inoltre, per influenzare l’arbitro fa finta di cadere con le mani sul pallone ma in realtà vuole condizionare l’arbitro per farsi dare una punizione. È una tattica che molti giocatori esperti usano. Questa per me è una punizione per l’Udinese per fallo di mano di Cuadrado. Dopo la pantomima dell’intervallo tutte le cose a metà sono state indirizzare a favore della Juventus".