Getty Images for IRONMAN
Marco Ciacci, il camionista prosciolto: 'Voglio incontrare Zanardi'
"Per me è stato un incubo durato più di un anno, sono stato malissimo anche se sapevo di non avere responsabilità. Ho continuato a sognare l'incidente, ho rivisto attimo dopo attimo il momento dello scontro, ho cercato di capire se avessi potuto evitarlo. Ho cercato una risposta e ho capito che c'era solo una possibilità: non essere lì quel giorno, su quella curva col camion, in quel preciso istante. Andavo piano, è stato impossibile evitare l'incidente".
"Non ho rimpianti, però la cosa che mi fa più soffrire è avere la certezza che sarebbero bastati pochi secondi per evitare lo scontro. Io ho fatto tutto quello che mi era possibile fare e ho la certezza anche interiore di non avere alcuna responsabilità. Ma questa cosa mi segnerà tutta la vita, non si può dimenticare anche se hai la coscienza pulita. Su quella strada non c'era e non c'è alcun divieto, solo un pezzetto è un po' più pericoloso. Lì c'è solo da andare più piano e io andavo a 37 chilometri orari. Ho visto il gruppo di ciclisti davanti a me e poi una persona che non sapevo fosse Zanardi perdere il controllo del mezzo".