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Maradona, la sceneggiata di ieri è arte popolare, non c'è Mondiale senza Diego
Ieri i teleutenti di tutto il mondo hanno avuto il privilegio di poter assistere a una rivisitazione da esportazione e diciamo “laica” di questa particolare arte tipicamente partenopea. E’ accaduto grazie a Diego Armando Maradona il quale, appostato in tribuna per assistere alla partita tra Nigeria e Argentina, ha recitato a braccio e senza copione ripercorrendo tutti i tradizionali “quadri” della “sceneggiata” entrando pienamente nel ruolo con una performance degna del maestro Merola.
Braccia a croce sul petto. Preghiere rivolte al cielo con sguardo trasognato. Disperazione dipinta sul viso dopo il rigore africano. Schermaglie dialettiche molto animose con quelli delle poltroncine sotto di lui. Gioia irrefrenabile alla rete di Rojo. Dita mediane delle mani ben puntate per “vaffanculare” i suoi contestatori e per biodegradare la sfiga. Semisvenimento finale provocato dall’eccessiva emozione e da un pericoloso rialzo della pressione sanguigna. Un protagonista esterno, ma non minore, dello spettacolo vibrante che si svolgeva in campo. La clip con le immagini, forse discutibili ma certamente autentiche di Diego, ha subito fatto il giro del mondo diventando fenomeno virale.
Qualcuno potrebbe eccepire affermando che Maradona, in quanto ambasciatore seppure non ufficiale della sua Argentina, avrebbe il dovere di tenere un comportamento pubblico più moderato e consono all’etichetta sportiva. Coloro i quali hanno condannato il “gesto” patriottico dei due calciatori svizzero-kosovari avranno molto da ridire sulle due dita puntante da Diego in segno di sberleffo. Personalmente ho trovato la “sceneggiata” del “Pibe” divertente e soprattutto autentica come le vongole veraci che si possono gustare a Napoli nel ristorante da “Mimì alla ferrovia”.
In particolare credo si abbia avuto la conferma, mai ce ne fosse stato accora bisogno, sulla qualità della “pasta” con la quale è fatto Diego. Prodotti assolutamente naturali e mai frutto di strani e pericolosi innesti “ogm”. Per i palati ormai disabituati ai sapori veri il gusto e la consistenza di quel “piatto” casalingo potranno anche risultare troppo forti e indigesti. A chi ha vissuto il calcio come alimento privo di contraffazioni o contaminazioni chimiche sarà piaciuto un sacco. Maradona, nel bene come nel male sarà sempre identico al suo originale. E non ci sarà mai un Mondiale senza di lui. Anche in tribuna d’onore, tifoso tra i vip. Che la “mano de Dios” lo benedica, mantenendolo sempre così.