Maradona jr come suo padre Diego: in campo contro le ingiustizie sociali
Come era accaduto a Scampia, per il lavoro di Ciro Ferrara e di Fabio Cannavaro, sotto la bandiera del Napoli United vennero riuniti e compattati i giovani del quartiere Sanità i quali nella neonata società calcistica trovavano un punto di riferimento importante per la loro crescita e per il loro riscatto sociale lontani dall’inclinazione a delinquere per sopravvivere o anche solo per far finta di essere vivi.
Un esempio di partecipazione, ma anche di integrazione perché il Napoli United si preoccupava di raccogliere nella propria casa anche tanti ragazzi di famiglie fuggite da altri Paesi oltre che di giovani migranti arrivati a Napoli da soli e privi di visto di soggiorno. Soldi pochi, ma giusti per campare senza dover elemosinare. Vitto e alloggio in situazioni umili, ma dignitose. L'allenatore di quella squadra, da due anni e mezzo, era Diego Maradona Junior, il figlio che il grande Diego ebbe da Cristiana Sinagra. Tutto ciò fino a ieri.
Con un comunicato ufficiale redatto a nome suo e del suo staff tecnico, Diego jr ha fatto sapere che rinunciava all'incarico non per una questione di denaro, ma perché la situazione per i suoi ragazzi era diventata insostenibile. "Da cento giorni nessuno ha più visto un solo euro. Molti vivono da soli ed non ce la fanno più. Lasciati persino senza cibo e senza acqua calda in casa per lavarsi. Inutile parlare di integrazione se poi si scade a certi livelli di disumanità dei quali non voglio essere complice".
Frasi nette e parole potenti per un discorso che avrebbe potuto uscire tranquillamente dalla bocca di Diego Armando Maradona. Il quale, tra i mille difetti che aveva, non scordò mai in tutta la sua breve e rocambolesca vita delle sue origini da ultimo prima di essere eletto come primo fra tutti. Diego padre che si batteva e che lottava contro ogni tipo di ingiustizia sociale. Come fa il figlio. Adesso.