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  • Maradona, che storie con la musica: dai Queen e Pino Daniele agli Oasis e Vasco VIDEO

    Maradona, che storie con la musica: dai Queen e Pino Daniele agli Oasis e Vasco VIDEO

    • Vanni Paleari

    Kusturica, nel suo intimo incontro fatto pellicola con Diego Maradona (Maradona by Kusturica), l'ha definito il Sex Pistols del calcio internazionale. Per la sua anarchica attitudine punk, per la potenza del suo talento che l'ha reso il più grande di tutti partendo dai bassifondi, per gli eccessi che accompagnavano il suo genio e per come al mondiale messicano del 1986, praticamente da solo, ha simbolicamente portato a conclusione la vendetta dell'Argentina nei confronti dell'Inghilterra dopo l'inutile e sporco massacro delle Falkland. 

    Maradona non è stato solo una semplice rockstar, ma è stato un mix di geni rock, capace di regalare al mondo la più grande opera d'arte calcistica ipotizzabile. Con i piedi suonava assoli alla Jimi Hendrix, con la fantasia delle sue giocate scriveva testi che avevano l'impegno sociale poetico di John Lennon unito all'estro romantico e goliardico di Paul McCartney. In mezzo al campo era un frontman che ti ipnotizzava come le mosse di Mick Jagger e, nella vita, aveva la sfacciataggine operaia che mette al primo posto emarginati e deboli anche quando è sul tetto del mondo, tipica di Bruce Springsteen. 

    E Maradona, con la musica e con le rockstar, aveva un feeling particolare. Amava cantare e, nel nostro Paese ha avuto modo di innamorarsi dei grandi cantautori napoletani: celebre è il duetto con il grande Pino Daniele sulle note di Je so' pazzo nella casa di Ciro Ferrara, nei primi anni '90. Nel 1981 Diego è addirittura salito sul palco con i Queen al Josè Amalfitani (stadio del Velez Sarsfield) durante l'ultima tappa argentina del The Game Tour, Another One Bites The Dust. Brian May ha raccontato poi che, nel backstage, Diego andò a trovare la band: "Da bravi calciatori ci scambiammo le maglie, Maradona mise la mia con la Union Jack e Freddie Mercury prese la sua 10 albiceleste". La foto che ne uscì fa parte della storia del rock ed è stata postata sul profilo social della band per il commiato a Maradona. 

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    Anche gli Oasis hanno avuto un rapporto particolare con El Pibe de Oro. Per celebrarlo, i fratelli Gallagher hanno postato lo stesso scatto sui social, che li ritrae con Diego, con due commenti differenti. "Maradona GOAT riposa in pace, vero calciatore rock and roll" ha scritto il frontman Liam. "Buenos Aires 1997. Che vita, che leggenda. All'epoca era agli arresti domiciliari", ha commentato il fratello Noel. Anche a quella foto è legato un aneddoto. I Gallagher erano in tour in Argentina e quella sera erano in un bar della capitale, quando hanno visto Maradona con una trentina di persone entrare e salire in una sala privata. Da sempre amanti del calcio e fan di Diego, i due inglesi hanno chiesto di poter salire per una foto con lui. Liam ha raccontato di aver visto Maradona "palleggiare con un tappo di bottiglia, circondato da una marea di pazzi scatenati e da un sacco di ragazze" e di essere andato via subito dopo la foto, mentre Maradona lo avvertiva che gli avrebbe fatto sparare se avesse portato via qualcuna delle ragazze, andandosene. 

    Amato dal mondo del rock, anche quando andava oltre ogni eccesso. Questo era Maradona. E i social di cantanti e band in questi giorni sono tappezzati di foto del Diez. Gli U2 hanno pubblicato una foto di Maradona abbracciato a Bono, che ha scritto: "Una vita da ricordare. Amore, amore, amore, Argentina". Slash dei Guns n Roses si è limitato a un essenziale RIP, l'inglese Peter Doherty ha pubblicato una foto dove imita il gol della "mano de Dios" di fronte a un murales del calciatore, mentre i Duran Duran hanno postato un didascalico ma significativo Respect. 

    In Italia tra i post più significativi c'è quello di Vasco Rossi, che celebra Maradona con un poetico "Ciao Diego, mito indiscusso, incantatore di palloni, impareggiabile e indomabile. In una parola sola… Maradona. Viva Diego Armando Maradona!". E allora: che Viva Diego Armando Maradona, dio del calcio e rivoluzionaria icona rock: perché il calcio, come il rock and roll, non morirà mai. 
     

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